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Torna il sindaco-sceriffo di Adelfia: via i pregiudicati

Il primo cittadino del comune in provincia di Bari, Francesco Nicassio, ritorna all’attacco: martedì aveva ammorbidito l’ordinanza anti-mala, ieri ha detto che applicherà il decreto sicurezza Maroni: «Non concederò la residenza a chi ha la fedina macchiata, vanno via i pregiudicati anche già residenti».

di RUGGERO CRISTALLO

ADELFIA - Scuote la testa e sorride sornione, gli occhi verdi si fanno furbi. Ha annuito, quando dalla Prefettura l’hanno invitato a «limare» alcuni punti della sua ordinanza. Ma lui, Francesco Nicassio (Pdl), sindaco di Adelfia dal 2001, non ha cambiato idea. Ha un asso nella manica. Nel suo Comune non vuole pregiudicati, nullatenenti, prostitute e nomadi. E così, se non può allontanarli con apposita ordinanza, immagina di agire evitando l’ostacolo. Lo comunica nella sala consiliare gremita di assessori e consiglieri di maggioranza e di opposizione: l’invito era a tutto il paese, che non l’ha accolto. «La gente ha paura e non è venuta», mormora un consigliere comunale. Ma Nicassio non è uomo che si perde d’animo. «Altro che retromarcia, non mi conoscete - tuona - io sarò il primo sindaco che applicherà il decreto sicurezza. Non rinuncio ai poteri che la legge mi attribuisce. Mi ha dato ragione anche il professor Aldo Lojodice, intervistato dalla Gazzetta». E così pesca dal faldone di carte i riferimenti normativi ai decreti citati. E promette. «Da qui i pregiudicati se ne devono andare ». Il percorso che immagina Nicassio, allora, prende spunto proprio dal «decreto sicurezza», che attribuisce al sindaco il potere di «sovrintendere alla tenuta dei registri di stato civile», ma anche di «eliminare i gravi pericoli che minacciano la pubblica incolumità e la sicurezza urbana». E per «incolumità pubblica», chiarisce il «decreto Maroni», si intende «l’integrità fisica della popolazione ». Mentre la «sicurezza urbana », è il «bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa delle norme che regolano la vita civile». Al sindaco di Adelfia il doppio decreto piace, non c’è dubbio. E lo interpreta come meglio crede. «Mi hanno bloccato l’ordinanza e va bene. Ma io faccio quel che mi pare». Dunque. «Farò un ordine di servizio - dice - all’accertatore della residenza per verificare chi abita ad Adelfia, quindi, state sicuri che non concederò la residenza a chi ha la fedina penale macchiata». E va via - c’è da dirlo - anche chi la residenza l’ha già ottenuta, se pregiudicato o sospetto di collusioni con la malavita. «Invito i carabinieri, i vigili urbani e i cittadini a segnalarmi le persone sgradite. Poi chiederò al questore che siano allontanati con foglio di via». E se il questore non fosse d’accordo ? Nessun problema. «Il foglio di via lo scrivo io, il decreto me lo consente ». Il tutto, «senza guerre stellari sul territorio, ma per restituire il territorio alla popolazione, eliminando il clima di illegalità che si respira dal 1990 quando alcuni soggetti occuparono immobili e devastarono il Comune». Riferimento evidente al centro sociale «Coppolarossa» che, in serata, risponde a tono. «Non si può più tollerare - è detto in una nota - un sindaco inadeguato a governare il territorio. Non si può più sopportare la vergogna per le figuracce di un sindaco ignorante ed ipocrita». Ma Nicassio «se ne frega». Oggi firmerà l’ordinanza con cui chiude al traffico corso Umberto, centri storici di Montrone e Canneto e via S. Maria della Stella. I consiglieri dell’opposizione non pungono. Anzi: «Siamo d’accordo » , dicono dal Pd. «Anche se - afferma Rosa Gargano, della Rosa del Pugno - non esasperiamo il clima, non conosciamo i codici e le regole interne dei clan». E i piedi diventano di piombo.
gazzetta del mezzogiorno on line

1 commento:

Anonimo ha detto...

paragonare i mafiosi a coppolarossa equivale paragonare il nostro amato sindaco a un essere capace di intendere e volere.

Lou