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Buone Notizie sul fronte PRC,Vendola in Vantaggio

http://www.manifestoperlarifondazione.net/congresso/
Riepilogo complessivo dei congressi già svolti (*)
Mozione Percentuale Voti
Mozione 1 41,72% 6.976
Mozione 2 46,01% 7.692
Mozione 3 7,69% 1.287
Mozione 4 2,96% 495
Mozione 5 1,59% 267
Ultimo aggiornamento alle ore 16:47 del 30/06/2008
Iscritti 32.351 Votanti 16.717 %
Votanti 51,67%
Avanzam. congressi 36,76%
NORD 42,68%
CENTRO 53,08%
SUD 21,84%
Circoli scrutinati 734

Ogni giorno in Italia 4 lavoratori....

Ogni giorno


in Italia


4 lavoratori


trovano un posto fisso

Messico,spot Coca-Cola usa Bella Ciao.La protesta

La pagina della protesta: http://alteritamessico.blogspot.com/2008/02/bella-ciao-vs-coca-cola.html Per aderire alla petizione invia una e-mail a

alterita@gmail.com

Anonimi fruitori del mezzo televisivo, ci hanno informato che una nota multinazionale ha recentemente realizzato uno spot televisivo il quale, per promuovere il suo nuovo prodotto, utilizza le melodie di una conosciuta canzone popolare italiana, Bella Ciao!. Detto spot é attualmente trasmesso dai canali televisivi commerciali messicani ed argentini.Giá l’appropriazione di una melodia popolare per le finalitá di lucro ci appare come una scelta discutibile sotto il profilo di sottrazione di un bene collettivo messo a disposizione del guadagno del privato. Ma il caso specifico ci indegna per i protagonisti di questa storia. Da un alto la Coca-Cola Company, dall’altro Bella Ciao!La prima é una nota multinazionale degli alimenti e delle bevande, che ha saputo in questi anni diventare una delle imprese a livello globale piú presenti e ricche; e che ha dimostrato di esserci riuscita a scapito delle comunitá produttive e di consumatori dove é presente. La seconda é una canzone del vasto canzioniere della guerra partigiana contro il regime fascista e contro l’occupazione nazista in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. La canzone di per sé cantata solo in certi territori liberati dalla lotta partigiana ha tuttavia assunto il ruolo di protagonista nel secondo dopoguerra, attraversando lotte e movimenti sociali che in Italia hanno costruito la sudata democrazia che oggi, ancora una volta, si rimette in gioco nell’attuale crisi politica italiana. E seppur meno cantata nell’Italia di oggi, negli ultimi vent’anni Bella Ciao! ha attraversato mari e monti per imporsi come canto delle resistenze e le lotte per la democrazia e contro ogni fascismo nel mondo. Oggi Bella Ciao! si canta in spagnolo in tutta l’America Latina, riuscendo a rompere i muri avendo conquistato anche una celeberrima traduzione inglese negli USA.Non ci sorprende la scelta di Coca-Cola Inc.. Non é la prima volta, né sará l’ultima, che il capitale globale rappresentato da questa e molte altre imprese si appropri illegittimamente di note, linguaggi, modi, saperi e desideri che la collettivitá esprime con i suoi strumenti. Non vogliamo peró farci sorprendere dal facile tentativo di dimenticare, lasciar perdere, far passare. Non accettiamo che Bella Ciao! possa essere associata ad una impresa le cui pratiche commerciali e lavorative sono oggetto di molteplici denunce per violazioni dei diritti umani in diverse parti del mondo; un’impresa che impone un modello di consumo assolutamente pericoloso per la salute collettiva; un’impresa, infine, che diffonde una visione della vita assolutamente falsa e senza memoria. La memoria che abbiamo noi é un’altra: é quella della dignitá, la pace, la libertá, la speranza che le nota di Bella Ciao! esprimono. Per questo continueremo a camminare sulle note di Bella Ciao! nella costruzione di una societá piú giusta e libera.

Cari Verdi sciogliamo le righe e continuamo con la SA

Gianpaolo Silvestri
da il manifesto del 22 Giugno 2008

Molta acqua è passata sotto i ponti da quando nel 1986 fu fondata la Federazione dei Verdi. Sono stati anni di impegno ed entusiasmo: sicuramente le battaglie politico culturali sotto lo storico simbolo antinucleare del Sole che Ride hanno modificato in positivo il nostro paese. Una lunga storia, ricca e travagliata ma che - lo dobbiamo assumere come dato reale - raramente ha superato la soglia minima per accreditarsi come forza efficace ed efficiente, con peso politico e credibilità nel panorama italiano, nonostante l'encomiabile militanza di migliaia di donne e uomini. Altro è il discorso sull'Europa. Non è questo il luogo per un'analisi del perché, degli errori, ingenuità, difficoltà oggettive, ingenerosità, incapacità e quant'altro: se proprio devo indicare tre fatti che hanno segnalato la crisi e la fine della fase propulsiva dei Verdi citerei la sconfitta nel doppio referendum caccia/pesticidi, la non uscita dal governo quando l'Italia del presidente D'Alema sganciava bombe sull'ex Iugoslavia, il disastro «monnezza» in Campania. Il risultato della Sinistra arcobaleno ha solo annegato nel disastro comune una residualità del soggetto politico Verde. Che fare quindi? I Verdi andranno a luglio a congresso per ridefinire identità, ruolo, organizzazione. Orbene io penso e propongo che come primo atto sia messo all'ordine del giorno se la Federazione dei Verdi debba continuare ad esistere o se, consensualmente, si debba dichiarare chiusa una fase e un'esperienza politica e organizzativa. Lo affermo con amarezza e tristezza anche perché sono tra i fondatori di questa esperienza ma ritengo che oggi serva un atto di onestà e di responsabilità. Contro un accanimento terapeutico senza senso propongo la presa d'atto che un capitolo di storia è finito; questo soggetto oggi non è più adeguato a rispondere alle sfide sempre più alte e difficili che il pensiero e la pratica ecologista pongono. Nulla di tragico: i partiti sono strumenti, quel che conta è il fine e in quello nessuna abiura, anzi, la realtà ci parla quotidianamente della sua necessità.Dobbiamo approntare con dignità e serenità il nostro «testamento biologico» sapendo che abbiamo fatto le domande giuste, sollevato problemi reali, colto molti nodi della modernità, creato cultura e senso comune, innovato l'immaginario collettivo e le priorità dell'agenda politica, fatto una rivoluzione (non sempre «onesta e gentile» come recitava un nostro slogan) ma non sempre e ovunque siamo stati all'altezza nelle proposte e nell'azione. Potremmo quindi, nel chiudere con orgoglio questo nostro più che ventennale cammino, congelare i simboli della Federazione dei Verdi e renderli indisponibili per scadenze elettorali; nominare un comitato liquidatore che in pochi anni chiuda il tutto e devolva il rimanente a una nuova fondazione che sia strumento di elaborazione, scienza e innovazione nel campo dell'ambiente, della pace e disarmo, dei diritti, della riconversione ecologica dell'economia, del lavoro e degli stili di vita, della dignità e fratellanza di tutti gli abitanti del pianeta.Molti sono gli aspetti positivi di questa proposta ma quello che più mi preme (oltre ad evitare una lenta morte tra i veleni e il nulla) è che ciò permetterebbe di cercare altre strade, respirare aria nuova, non inquinata dalle ormai insuperabili incrostazioni politico personali e di pseudo potere che ci mortificano (non solo nel nazionale ma anche nel mitico «territorio»). Nulla impedirà a chi vuole i verdi-verdi di fondare un nuovo soggetto politico autonomo; chi invece pensa che l'unico approdo possibile sia il Pd potrà portare in quel partito le proprie opzioni senza remore e senza attendere oltre; chi - come il sottoscritto - crede invece che l'unica strada percorribile sia ancora quella dell'Arcobaleno e che sia una pia illusione per tutti i partiti pensare di poter fare come nulla fosse e ritornare alle proprie diroccate case, parteciperà alla costruzione di questo nuovo soggetto politico. Il punto è che con lo scioglimento consensuale queste tre opzioni (tutte legittime tranne per i non pochi che dicono verdi-verdi pensando al Pd) potranno essere praticate da ognuno con la propria storia, eguale tra eguali.In realtà è un chiudere un glorioso ciclo perché il nuovo - se c'è - possa nascere. Chiedo pertanto ai Verdi se nel prossimo congresso, come primo punto all'ordine del giorno, sia possibile discutere e votare questa proposta. Non oso proporlo anche al resto della Sinistra arcobaleno per rispetto delle rispettive autonomie ma forse...

Anche Nichi Vendola si avvicina al mondo di Internet

Anche il presidente della regione Puglia ha avvertito la necessità di avvicinarsi al mondo di internet e dei blogger.
Al sito http://www.nichivendola.it/ potete trovare un sito essenziale ma efficace con due sezioni interessanti.Il solito blog nel quale Vendola risponde,ma non spesso(è comunque presidente di 4 milioni di persone)e una sezione delle Lettere su alcune questioni alle quali ci sono suoi interventi.
Vi invito a partecipare.
Antonio Di Gilio

Credito Personale?Se è proprio necessario eccovi gli accorgimenti.

Ormai siamo continuamente bombardati da spot pubblicitari e volantini vari che ti offrono prestiti di tutti i tipi e per tutte le esigenze.Se sei un ottantenne o un protestato,non preoccuparti ci pensano loro...ad annientarti.
A norma di legge loro sono tenuti
1)A scrivere nei messaggi pubblicitari,oltre che nei contratti 2 indici
il TAN(tasso annuo nominale) che indica semplicemente il tasso applicato senza costi di gestione pratica e il TAEG(tasso annuale effettivo globale) che indica tutti i costi oltre il tasso applicato ed è quello che dobbiamo sempre tenere presente.Non è raro infatti che non solo scrivino in piccolissimo questi indici(ricordo per legge inseriti)ma che utilizzano la "sola" del TAN 0% mettendo in secondo piano il valore del TAEG.Vi invito a verificare durante gli spot e vi accorgere distanze abissali tra i valori di questi indici(ma ricordate è il TAEG quello che interessa).
2)Sempre a norma di legge(quella anti-usura)gli intermediari non possono applicare tassi che siano superiori del 50% a quelli rilevati trimestralmente dal Ministero del Tesoro detti TEGM(il tasso effettivo globale medio)relativo alla categoria di operazioni alla quale appartiene il finanziamento effettuato.Qualora queste società applicano tassi superiori NON SONO DOVUTI INTERESSI.
Il TEGM potete trovarlo inserendo nella ricerca di google le parole"TEGM+trimestre di riferimento"(gennaio-marzo,aprile-giugno,luglio-settembre,ottobre-dicembre).
Per quanto riguarda il TEGM di questo trimestre potete trovarlo al seguente link

http://www.centroleasing.it/kmweb.nsf/0/D412EB25E255C3F9C1257418004CB4D5/$file/TEGM%202%C2%B0%20trimestre%202008%20(1%20aprile%202008%20-%2030%20giugno%202008).pdf

In ogni caso vale sempre la solita regola:fidarsi è bene,non fidarsi è meglio.

Antonio Di Gilio

Contro i licenziamenti mascherati da dimissioni

Difendiamo la Legge 188/2007

La legge 188 del 17 ottobre 2007 è una legge contro l'abuso di potere compiuto spesso nei confronti di giovani lavoratrici e lavoratori al momento dell'assunzione. È allora che capita che venga loro richiesto di firmare una lettere di dimissioni in bianco, cioè senza data. La data verrà messa successivamente, quando quella ragazza sarà incinta, o quel ragazzo avrà avuto un infortunio o una lunga malattia. Che questa pratica sia diffusa è confermato dai dati della Acli, dell'Isfol e da quelli degli uffici vertenze del sindacato. Dai dati emerge anche la conferma che le più colpite sono le donne in gravidanza.
La ministra Prestigiacomo e la ministra Turco, nelle rispettive legislature hanno provato ad arginare il fenomeno con norme che si proponevano di accertare la veridicità delle dimissioni volontarie avvenute intorno a una gravidanza o a un matrimonio. Generosi tentativi che non prevenivano l'abuso di potere, davano solo una possibilità che questi abusi venissero corretti ex post e in ogni caso per iniziativa di una denuncia della persona vittima dell'abuso.
La legge approvata nell'ottobre del 2007, al contrario, ha una funzione preventiva. Le dimissioni volontarie devono essere date soltanto su moduli numerati progressivamente che avendo una scadenza non possono essere compilati prima del loro utilizzo.
Si tratta di una legge semplice ed efficace, priva di costi. Quando l'abbiamo presentata, abbiamo cercato il consenso delle donne di tutto il centro sinistra e del centro destra. Una apprezzamento che è venuto e con esso il voto favorevole di tutto il Parlamento quando a luglio alla Camera e a ottobre al Senato la legge è stata approvata.

Confindustria all'epoca non era d'accordo, con le stesse motivazioni che oggi ripete Sacconi che già allora in Senato provò a bloccarla.
L'ossessione del ministro per questa legge dunque arriva da lontano. Ma noi non staremo a guardare e già da oggi lanciamo un appello alle donne del sindacato, della politica, dell'informazione di costruire una grande iniziativa contro gli abusi di potere, per la dignità del lavoro, per la libertà delle donne.
Titti Di Salvo (Presidenza Sinistra Democratica), Marisa Nicchi (Direttivo Sinistra Democratica); Morena Piccinini (segreteria confederale CGIL), Renata Polverini (segretario generale UGL), Marialina Marcucci (imprenditrice) Ritanna Armeni (giornalista), Giovanna Casadio (giornalista) Attendiamo le vostre firme per dare forza a questo appello
nolicenziamentimascherati@gmail.com

Ancora baciamo la mano che bel miracolo italiano

Il baciamano è un atto di riverenza tendente a mostrare il proprio rispetto e la propria devozione.Tuttavia è chiaro l'elemento di subordinazione.Che sia per galateo fatto da un uomo nei confronti di una donna,di un suddito nei confronti di un monarca o di un picciotto nei confroti di un padrino è evidente l'atto di sottomissione.
Nella giornata del 6 giugno il premier Silvio Berlusconi in qualità di capo di governo dello STATO ITALIANO in visita nello stato vaticano ha omaggiato il Pontefice con il baciamano per ben due volte,al suo arrivo e alla sua uscita.
La mia domanda è :può un capo di stato o di governo in rappresentanza del proprio paese sovrano compiere un tale atto nei confronti di un altrettanto rappresentante?Stato italiano e vaticano sono stati sovrani e in quanto tali si pongono sullo stesso piano istituzionale .Nulla da eccepire se quello stesso atto fosse stato fatto dal cavaliere Berlusconi in qualità di privato cittadino nei confronti del rappresentante della religione cattolica.Ma il contesto a mio avviso non era affatto appropiato e se è vero che i siboli sono portatori di significato,questo è di sicuro un cazzotto nello stomaco alla laicità.

Antonio Di Gilio

AIDS: 4MILA CASI ALL'ANNO IN AUMENTO TRA 40ENNI ED ETERO, 1 CASO SU 4 E' STRANIERO


Sono 59.500 i casi di Aids notificati in Italia dall'inizio dell'epidemia, in media circa 4 mila l'anno. Ma il dato forse piu' preoccupante e' che, nel 2007, non si e' piu' registrata la tendenza al declino dell'incidenza della malattia che invece aveva caratterizzato l'ultimo decennio. È quanto emerge dal nuovo rapporto epidemiologico dell'Istituto superiore di Sanita', presentato durante il convegno "La ricerca italiana sfida l'Hiv" promosso dalla Fondazione Msd e dall'Iss.
Piu' in generale, secondo i dati elaborati dall'Istituto emerge che oggi piu' di una persona su due scopre di essere sieropositiva al momento o poco prima della diagnosi di Aids.
E a cambiare rispetto all'inizio dell'epidemia sono anche le caratteristiche delle persone infette o con Aids: sono infatti sempre meno i tossicodipendenti mentre aumentano le persone che prendono l'infezione per via sessuale.
E il fenomeno riguarda adesso piu' gli eterosessuali che gli omosessuali.
Aumenta anche l'eta' delle persone colpite che, per i casi di Aids conclamato, ormai supera i 40 anni.
E in aumento sono anche i cittadini stranieri colpiti dalla malattia: all'inizio dell'epidemia erano l'1% mentre ora siamo addirittura al 20% dei casi di Aids e si arriva al 30% delle nuove diagnosi di infezione.
In sintesi, 1 persona su 4 fra i nuovi sieropositivi e' straniera.
La regione piu' colpita e' sicuramente la Lombardia, ma nell'ultimo anno l'incidenza piu' alta e' stata riscontrata nel Lazio e, a seguire, l'Emilia Romagna e la Toscana
In Italia sembra sia scemato l'interesse generale verso la lotta all'Hiv-Aids. Come se si avesse "l'errata sensazione che l'epidemia si stia estinguendo. Invece la battaglia non e' finita".
È questo l'allarme lanciato da Stefano Vella, direttore del dipartimento del Farmaco dell'Istituto superiore di Sanita' (Iss) nel corso del convegno "La ricerca italiana sfida l'Hiv", promosso dalla Fondazione Msd e dall'Iss.
La lotta contro "questa terribile malattia- e' il parere di Vella- rappresenta una sfida complessa nella quale la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci giocano un ruolo predominante".
Secondo l'esperto, infatti, "il virus diventa resistente solitamente a tutto, quello che oggi fa la differenza nel successo delle cure non e' solo la messa a punto di molecole particolarmente efficaci e innovative, ma soprattutto l'uso che ne viene fatto. La situazione clinica e' cambiata proprio perche' abbiamo finalmente imparato ad usare i farmaci".
In passato, quando usciva un nuovo prodotto, continua Vella, "veniva semplicemente aggiunto alla terapia preesistente, finendo per somministrare una monoterapia. Si dava cioe' un solo farmaco buono innovativo insieme a tutti i vecchi verso i quali, spesso, il paziente aveva gia' sviluppato un'elevata resistenza. Cosi' lo sviluppo della resistenza anche verso il nuovo farmaco avveniva in un attimo".
Oggi, invece, sottolinea il direttore del dipartimento del Farmaco dell'Istituto superiore di sanita', "e' mutato il paradigma della terapia, soprattutto della cosiddetta terapia di salvataggio (quella che viene applicata ai pazienti in uno stadio molto avanzato), in quanto si usano piu' farmaci nuovi insieme".
Il segreto, aggiunge, "sta, quindi, nel costruire una terapia con diversi nuovi farmaci, in modo da azzerare la replicazione virale anche in soggetti molto avanzati".
Per Sella, dunque, "una diagnosi non precoce e' spesso correlata a una carica virale oramai molto elevata su cui, con a disposizione solo i farmaci tradizionali, potremmo fare veramente poco. Oggi, invece, grazie alla ricerca che ci consegna sempre nuovi farmaci, riusciamo a recuperare molti pazienti e riportarli ad una vita 'normale". (DIRE)