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Via l'ICI a spese del Sud

Se il buon giorno si vede dal mattino,la vedo davvero nera.Per il taglio dell'ICI secondo le previsioni serviranno complessivamente 2,6 miliardi di euro per rimborsare i comuni dei mancati introiti dovuti all'abolizione dell'Ici. Una cifra che comprende anche lo sgravio già introdotto da Romano Prodi. Per la copertura il governo Berlusconi ha dato una "sforbiciata" a una settantina di norme e micronorme dell'ultima Finanziaria e del decreto mille-proroghe. Ma le somme più consistenti arriveranno dai fondi che erano destinati alle infrastrutture e alla difesa del suolo (ex risorse Ponte Stretto) in Sicilia e in Calabria (1.363,5 milioni di euro).
Insomma circa il 50% dei tagli saranno a spese di Sicilia e Calabria.I dati più importanti del "furto" sono contenuti in una nota dell'assessore regionale ai Lavori Pubblici Luigi Incarnato: "Un anno fa era stato siglato un Accordo di programma con il ministero delle Infrastrutture riguardante quattro importantissime opere pubbliche sparite dall'agenda del governo". Invece si sono "volatilizzati" l'intero sistema degli attracchi al porto di Villa San Giovanni (84 milioni di euro) e il megalotto 3 della statale 106 Jonica-Sibari-Roseto (265 milioni di euro). Spariti anche i soldi previsti per la progettazione del megalotto 9-Crotone-Cariati (25 milioni di euro), del megalotto 12 e della tangenziale di Reggio Calabria (15 milioni ciascuno). Complessivamente 389 milioni di euro, cui vanno aggiunti altri 43 milioni già destinati a interventi per la valorizzazione e la tutela del territorio e del mare. E se la Calabria piange non ride certo la Sicilia. Il senatore del Pd Costantino Garraffa, vicepresidente della Commissione Industria, ha già presentato un'interrogazione ai ministri delle Infrastrutture e dell'Economia nella quale chiede lumi sui fondi Fintecna (ex Ponte) destinati a coprire i mancati introiti provenienti dall'Ici.

E' proprio il momento di dire,siamo solo all'inizio.Se è questa l'idea di federalismo(addirittura si toglie una tassa comunale e si centralizza) che la Lega intende allora non c'è da essere allegri.Anzi c'è di più.I maggiori beneficiari di questo taglio sono in percentuale gli abitanti del Nord e quindi in estrema sintesi i "terroni fannulloni" pagano la parte più importante del taglio che beneficia maggiormente il Nord.Viva l'Italia Unita.

i dati sui tagli sono presi dal sito di Repubblica.it

Pensa

Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine Appunti di una vita dal valore inestimabile Insostituibili perché hanno denunciato il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra di faide e di famiglie sparse come tante biglie su un isola di sangue che fra tante meraviglie fra limoni e fra conchiglie... massacra figli e figlie di una generazione costretta a non guardare a parlare a bassa voce a spegnere la luce a commententare in pace ogni pallottola nell'aria ogni cadavere in un fosso Ci sono stati uomini che passo dopo passo hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno con dedizione contro un'istituzione organizzata cosa nostra... cosa vostra... cos'è vostro? è nostra... la libertà di dire che gli occhi sono fatti per guardare La bocca per parlare le orecchie ascoltano... Non solo musica non solo musica La testa si gira e aggiusta la mira ragiona A volte condanna a volte perdona Semplicemente Pensa prima di sparare Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare Pensa che puoi decidere tu Resta un attimo soltanto un attimo di più Con la testa fra le mani Ci sono stati uomini che sono morti giovani Ma consapevoli che le loro idee Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole Intatte e reali come piccoli miracoli Idee di uguaglianza idee di educazione Contro ogni uomo che eserciti oppressione Contro ogni suo simile contro chi è più debole Contro chi sotterra la coscienza nel cemento Pensa prima di sparare Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare Pensa che puoi decidere tu Resta un attimo soltanto un attimo di più Con la testa fra le mani Ci sono stati uomini che hanno continuato Nonostante intorno fosse [tutto bruciato Perché in fondo questa vita non ha significato Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato Gli uomini passano e passa una canzone Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione Che la giustizia no... non è solo un'illusione Pensa prima di sparare Pensa prima dì dire e di giudicare prova a pensare Pensa che puoi decidere tu Resta un attimo soltanto un attimo di più Con la testa fra le mani Pensa.

Calearo: «Sono del Pd perché non è di sinistra»

La sua candidatura aveva già fatto storcere il naso a molti, che l’avevano digerita con la necessità di un “patto tra i produttori”. Ma ora che siede in Parlamento, l’ex presidente di Federmeccanica, Massimo Calearo, si sbottona: «Il Pd? Non lo considero di sinistra». Ecco perché ha accettato un posto a Montecitorio: «Sono un uomo di centro che ha trovato spazio in un partito riformista», spiega in un’intervista a Libero.E non usa giri di parole per rispondere alla domanda: «Che diavolo ci fa uno come lei nel Pd?». «L'ho appena spiegato ad alcuni colleghi molto potenti in Confindustria – ribatte – “Dovreste solo ringraziare di avere uno che la pensa come voi che ha contribuito in maniera importante a lasciare a casa la Sinistra arcobaleno e che, stando dall'altra parte, può mantenere anche nella minoranza le idee dell'impresa e del mercato"».Insomma, lui e Confindustria la pensano allo stesso modo, «io – dice – resto imprenditore dalla punta dei capelli alla punta dei piedi». Peccato che il discorso di insediamento della neo presidente Emma Marcegaglia abbia raccolto soprattutto i favori di Berlusconi, che si è congratulato dicendole: «È il nostro programma».Spiega di non essersi candidato con An per il semplice fatto che Fini aveva glissato sull’ipotesi di fare un ministro veneto. Alla fine, il governo, di ministri veneti ne ha tre: Maurizio Sacconi, trevigiano, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali; Renato Brunetta, veneziano alla Funzione Pubblica; Luca Zaia di Conegliano, titolare delle Politiche agricole. Chissà se Calearo si sta mangiando le mani. Di certo, promette, non esiterà a votare i provvedimenti della maggioranza che lo dovessero convincere, in particolare in materia di impresa: «Grazie a Dio viviamo in una democrazia». Dove i candidati, ahinoi, non si possono scegliere.

da l'Unità.it

Corse gratis per raggiungere le disco della provincia

Da "La Repubblica"


Otto pullman da 54 posti per raggiungere in sicurezza tutte le discoteche della provincia di Bari. Partirà sabato 24 maggio "Discobus", l´iniziativa promossa dalla giunta Divella in collaborazione con l´assessore regionale ai Trasporti, Mario Loizzo, la Stp e la Silb, l´associazione che riunisce i gestori dei locali pubblici. Nella sua fase di avvio il servizio prevede due partenze alle 23,30 e a mezzanotte e dieci: gratuitamente i giovani baresi potranno raggiungere tutti i principali locali notturni da Capitolo a Trani. Nelle quindici discoteche partner dell´iniziativa riceveranno in omaggio il biglietto di ritorno (alle 3,30 o alle 5 del mattino) e una consumazione analcolica.

Il servizio è stato finanziato dalla Provincia con 140mila euro e sarà attivo ogni sabato fino al 30 settembre. Nel periodo clou dell´estate, dal 15 giugno al 15 agosto, saranno aggiunte altre due corse che collegheranno i paesi della Murgia con il litorale. «Il sabato sera è un dramma per i genitori – ha commentato il presidente della Provincia Vincenzo Divella – l´obiettivo di questa iniziativa è abbattere il numero degli incidenti stradali».


Per ulteriori informazioni andate al sito


www.discobusbari.it


Inoltre come complemento al servizio offerto dalla provincia,propongo di utilizzare gli autobus del bus navetta(almeno i più capienti) per portare i ragazzi,almeno i più giovani (16-20 anni) il sabato sera alle fermate previste nella città di Bari(uno all'andata e uno al ritorno).Un ottimo modo per far conoscere il servizio ai ragazzi adelfiesi e far dormire sogni tranquilli alle famiglie.


Antonio Di Gilio


Sulla tolleranza

Sul binomio sicurezza-immigrazione si è giocata la partita politica delle ultime elezioni politiche.Le ricette in campo erano sostanzialmente tre.La prima,quella del Pdl,puntava sulla demonizzazione dello straniero e sul diverso mettendo in discussione il sistema integrativo.Sui meccanismi pratici sarebbe tutto da vedere visto che mettere in discussione Shengen comporterebbe rivedere tutto l'istituto Ue.La seconda,quella del Pd,mirava a seguire la stessa strada dell'avversario e ovviamente gli italiani tra l'originale e la copia hanno preferito quella con il copyright.La terza,quella della Sa,mantenendosi fedele alla propria visione ha cercato di non prendere di petto il nodo della questione tolleranza.La tolleranza è un termine sociologico, culturale e religioso relativo alla capacità collettiva ed individuale di vivere pacificamente con coloro che credono ed agiscono in maniera diversa dalla propria.(wikipedia).In pratica è per lo più una parte sociale che si fa carico dell'assimetria socio-culturale nel sistema di convivenza.Insomma è umano che nel lungo termine la situazione diventi insostenibile per quella parte mettendo in discussione lo stesso sistema integrativo.Anzi si ottiene un'ondata xenofoba e razzista che tende a mostrare tutte le debolezze del sistema.Insomma anche sul tema immigrazione alla politica italiana è mancato il buon senso.Ma quale ricetta al problema?La soluzione è sotto gli occhi e si chiama Unione Europea.Ventisette Paesi che autonomamente hanno deciso di perseguire un futuro comune.Per arrivare a questo sono passati ben 50 anni e sono state necessarie negoziazioni continue e un continuo dialogo per raggiungere compromessi.Nessuno deve partire in una situazione di "vantaggio contrattuale".Gli stranieri devono accettare e rispettare la nostra cultura e le nostre leggi senza tuttavia indurci a tollerare l'intollerabile.Posso ad esempio accettare la scelta del nomadismoma non potrò tollerare che vengano calpestati i diritti,sanciti in campo internazionale,sull'infanzia.Da parte nostra,seguendo un famoso motto della rivoluzione americana "no taxation without representation",dovremmo dare voce in ambito locale e non solo agli ormai 2 milioni di stranieri residenti perchè dietro le loro braccia da noi volute(e spesso sfruttate)ci sono dei corpi.
Antonio Di Gilio

Poca raccolta differenziata

I comuni continuano a fare poca raccolta differenziata. E le discariche non sono infinite. A lanciare l´allarme estivo per i rifiuti è questa volta il Partito democratico. Il consigliere regionale Paolo Costantino, tarantino, ha chiesto ai comuni dell´area jonica uno sforzo sulla differenziata, «ferma - dice - a un deludentissimo 6%. Significa che purtroppo gli sforzi della Regione che tra il 2006 e il 2007 ha investito 34 milioni sono serviti a poco». «Il problema della differenziata - spiega Losappio - è in questo momento molto serio. C´è bisogno che i comuni si diano una mossa. Allo stato però non c´è alcuna emergenza estiva, c´è spazio negli impianti contando anche che entro la fine dell´anno entreranno a regime il 70 per cento delle nuove strutture previste». La situazione più delicata è quella dell´Ato 2 di Lecce dove le discariche sono esaurite e i rifiuti sono costretti a viaggiare da una provincia all´altra. Il governo regionale ha già annunciato che chiederà un aiuto a quello nazionale, scatenando la polemica con l´opposizione. «Quel che Vendola chiede oggi al governo Berlusconi - ha attaccato il capogruppo di FI, Rocco Palese - è stato lo stesso Vendola a renderlo impossibile quando, a gennaio scorso, decise incoscientemente di chiedere a Prodi di passare dalla gestione commissariale alla gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti. Dicemmo allora e ripetiamo oggi che quella decisione fu incosciente proprio perché l´emergenza non era e non è finita».
http://bari.repubblica.it/dettaglio/Poca-raccolta-differenziata-Le-discariche-quasi-colme/1457697

Continuare con emergenze straordinarie si fa la fine della Campania,non si resposabilizza la gente e saremmo in continua emergenza,Ad Adelfia non si fa tanto e anzi siamo sotto la media di zona.Diamoci una svegliata.E' vero abbiamo 2 inceneritori,ma servono poco se non si differenzia come al Nord dove si raggiungono picchi del 60%.Noi un misero 10%.

Qui tutti i dati che desiderate comparati con tutta l'ATO.Diamoci una mossa o sarà troppo tardi.
http://www.rifiutiebonifica.puglia.it/dati_raccolta_rifiuti/ato.php?ato=BA5

Antonio Di Gilio

Sicurezza e legalità

Segnalo un articolo interessante uscito oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno che potete scaricare,dal titolo
Nascondeva l’hashish tra le sigarette un 18enne in manette

ADELFIA Il ragazzo è di Turi

ADELFIA. Aveva 25 grammi di hashish in un pacchetto di sigarette nascosto tra l’erba. Dovrà difendersi dall’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, D. G. , 18enne di Turi, arrestato dai Carabinieri della Stazione di Adelfia.Nel corso di un servizio attuato in piazza Trieste, luogo frequentato da pusher e tossicodipendenti, i militari si sono piazzati in zona.Sul posto hanno notato un giovane che dopo aver accuratamente riposto tra l’erba un pacco di sigarette si è allontanato di qualche metro fermandosi nei pressi di un pino. A distanza di qualche minuto dopo aver prelevato qualcosa dalla scatola è ritornato nei pressi dell’albero in attesa di qualche acquirente. A quel punto i militari sono intervenuti bloccando il 18enne. I successivi accertamenti hanno permesso di rinvenire 145 euro in contanti (ritenuti provento dello spaccio) mentre nell’involucro sono stati trovati 20 dosi di droga. Il pusher è stato associato presso la casa circondariale di Bari.

Che la droga circolasse ad Adelfia(come in tutta Italia) era cosa nota,ma che Piazza Trieste fosse" il luogo frequentato da pusher e tossicodipendenti"mi giunge davvero nuova.Se ragazzini di 18 anni in maniera indisturbata riescono a spacciare in pieno centro cittadino significa che non c'è solo un problema di sicurezza(le sparatorie dell'estate scorsa) ma anche di mancanza di cultura alla legalità.

Antonio Di Gilio



Pd"Sbarramento anche alle Europee 2009"-Cosa ne pensate?

«Alzare la soglia di sbarramento», questa è la parola d’ordine per le elezioni europee del 2009 lanciata dal Pd. E garbatamente accolta dal Pdl
seppur in modo più condiviso da parte di Forza Italia rispetto ad An. Una proposta responsabile in linea con il percorso di «semplificazione» del panorama politico e partitico. A lanciare l’ipotesi di apportare una «correzione» all’attuale legge elettorale in vigore in Italia sono Dario Franceschini e Ermete Realacci, che insistono sulla necessità di non «tornare indietro» dalla strada del bipolarismo intrapresa con le ultime politiche. Non si fa attendere la risposta compiacente di Fabrizio Cicchitto, futuro capo dei deputati del Pdl, che apre al Pd per un meccanismo che «deve favorire il bipolarismo e possibilmente il bipartitismo». Una denuncia secca del «progetto del vertice del Pd e del duo Veltroni-Franceschini» arriva dal Pdci con Manuela Palermi, secondo cui l’obiettivo sempre più chiaramente perseguito è quello di «sterminare la sinistra». E prosegue: «Ma cosa c’entra lo sbarramento con le europee? Ma c’è forse da eleggere un governo? Che fastidio dà a Franceschini se viene eletto un rappresentante di una piccola forza politica, di destra o di sinistra che sia? O spera Franceschini di riproporre anche in Europa la truffa del voto utile?». Ma le contraddizioni nel Pd ci sono, come ci sono anche le diverse «correnti di pensiero»; e la Palermi lo sa bene: «Per fortuna che anche all’interno del Pd sento voci più sensate. Mi vien voglia di dire: D’Alema e Bersani, pensateci voi».Sulla stessa linea la posizione del Prc di Paolo Ferrero: «Non essendo in grado di contrastare il consenso e il potere delle destre l’ala veltroniana del Partito democratico si dispone a macellare la sinistra». E cosa ancor più grave: «L’obiettivo di Franceschini non è istituzionale, perché il sistema istituzionale italiano è già pesantemente semplificato. Quella che vuole Franceschini non è una riduzione dei partiti, ma una riduzione della democrazia, tappando ulteriormente la bocca a forze che provano comunque a dar voce a chi in questa società voce non ha». Ad insorgere sono anche i piccoli del Pdl, come Rotondi o il repubblicano La Malfa, e il socialista Franco Grillini che parla esplicitamente di «un’attacco alla democrazia» perché rappresenta una riduzione della «rappresentanza nel Paese» e la riproposizione di un «bipolarismo autoritario» che va combattuto in tutti i modi.Attualmente, il sistema elettorale italiano per le Europee prevede un proporzionale puro senza soglia di sbarramento con voto di preferenza, attraverso cui si eleggono 78 europarlamentari in riferimento a cinque grandi circoscrizioni ( Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud e Isole). In alcuni Paesi sono state messe delle soglie di sbarramento: in Germania, Francia, Lituania, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Ungheria, le liste che non hanno ottenuto il 5% dei voti sono escluse dalla ripartizione dei seggi; in Austria la percentuale si abbassa al 4 e in Grecia al 3. Differenze ci sono anche sul numero di parlamentari eletti, ad esempio, 99 in Germania, 78 in Francia e Regno Unito, 54 in Spagna e Polonia, 5 a Malta.

Dal sito della Rinascita
http://www.larinascita.org/content/view/455/26/

Petizione:Ricostruiamo la Sinistra in Italia

Per sottoscrivere (N.B.Diffondi nel tuo blog)
http://www.petitiononline.com/newleft/petition-sign.html


To: Ai Partiti di Sinistra, alla Sinistra Diffusa
RICOSTRUIRE SUBITO LA SINISTRA RICOSTRUIRE SUBITO L’UNITÀ DELLA SINISTRA (APPELLO–SOTTOSCRIZIONE PER LA SINISTRA UNITA) La sconfitta elettorale subita non deve arrestare il processo unitario della sinistra. L’esperienza della campagna elettorale ha dimostrato che l’unità della sinistra è un percorsorealistico e praticabile. A livello territoriale, nella stragrande maggioranza dei casi, i simpatizzanti e i militanti della sinistra, iscritti ai diversi partiti o senza alcuna tessera, hanno lavorato gomito a gomito organizzando uniti le iniziative per la campagna elettorale. In molte realtà, laddove mancava una presenza organizzata dei partiti di sinistra, si sono formati spontaneamente comitati di cittadini a sostegno della Sinistra l’Arcobaleno che hanno contribuito a sostenere la lista elettorale. Diversi compagni, che si erano allontanati dall’impegno politico o che non avevano mai fatto attività politica, si sono spesi in prima persona perchè hanno creduto nella possibilità di realizzare il soggetto unitario. Il progetto di una soggettività della sinistra unita, democratica e plurale, DEVE PROSEGUIRE! Non si può disperdere una simile esperienza, un tale patrimonio di entusiasmo e di militanza. La fiducia che l’elettorato della Sinistra l’Arcobaleno ha riposto in quel progetto, in particolare nel voto amministrativo che supera considerevolmente in molte realtà la percentuale del voto politico, pure dato congiuntamente, fino a duplicarlo o triplicarlo, mette in evidenza che la prospettiva indicata dalla Sinistra l’Arcobaleno, di un soggetto unitario e plurale della sinistra, non è esaurita e che, in diverse condizioni, ha invece una significativa capacità di espansione. La ricomposizione e l’unificazione della sinistra è dunque un’esigenza storica e politica che, se non venisse perseguita, determinerebbe la scomparsa della sinistra in Italia. Le ragioni della sconfitta non sono attribuibili di per sé alla prospettiva unitaria, anzi pensiamo che con la lista unitaria, siamo riusciti ad arginare una disfatta completa. Ricondurre le ragioni della forte perdita al soggetto unitario della Sinistra l’Arcobaleno, è fuorviante ed oltremodo ingeneroso nei confronti di tutti i compagni che hanno lavorato assiduamente nella campagna elettorale. E’ in realtà mancato il tempo per fare crescere il progetto della Sinistra l’Arcobaleno, per costruire appartenenza e progettualità, per far diventare quel progetto qualcosa di più radicato, soprattutto per il precipitare della crisi politica e la caduta del governo Prodi. La Sinistra l’Arcobaleno è stata così percepita come un cartello elettorale poco coeso, nato soprattutto per le pressanti esigenze elettorali e per arginare il virtuale bipartitismo dentro cui si muovevano le due forze maggiori (PD e PDL). Le ragioni della sconfitta sono molteplici e stratificate; vengono da lontano e, ad una prima analisi,appaiono riconducibili a: 1) Miopia e ritardi nel comprendere i processi mutati della società, di una società diversificata che necessitava e necessita di nuovi strumenti di indagine e di lotta e, tra questi, di un soggetto politico unitario – ancora da realizzare - che si faccia portatore e organizzatore di tali strumenti; 2) il distacco dalla politica attiva sui territori da parte dei partiti della sinistra. La carenza di una reale dialettica democratica tra gruppi dirigenti e corpo militante: è mancato un diretto contatto tra i dirigenti, militanti ed il mondo del lavoro. I partiti non sono stati capaci di ascoltare e rappresentare i bisogni emergenti in un momento di grave difficoltà per i ceti popolari; 3) le posizioni di alcuni dirigenti, concentrate su alcuni temi poco sentiti dal nostro elettorato, con un atteggiamento volto più a propagandare l’immagine che i contenuti, più a salvaguardare rendite di posizioni personali che a costruire un progetto complessivo; 4) l’incapacità di modificare equilibri e rapporti di forza nel governo Prodi, che ha inciso negativamente sulla percezione dell’efficacia della sinistra. Si è determinato il paradosso di essere, da una parte, leali al governo ad ogni costo pur senza riuscire a modificarne le scelte di fondo, dall’altra, di dover far fronte alle legittime aspettative del nostro elettorato, senza essere incisivi sui temi del salario, delle tasse e della lotta alla precarietà, finendo per essere considerati come coloro che inceppavano il funzionamento del governo e la possibilità di realizzarne gli obiettivi; 5) scelte politiche spesso non in linea con i bisogni reali del paese. Non dare subito priorità ai problemi dei salari, del lavoro, del precariato, e non incalzare subito su una tassazione equa, contro i privilegi e sulla risoluzione del conflitto di interessi, ha allontanato sempre di più il nostro elettorato dal voto, ed inutile è stato il recupero degli ultimi mesi di posizioni legate ai temi del lavoro e della precarietà; 6) la dinamica del voto utile che ha indotto larga parte dell’elettorato di sinistra a spostare il voto sul PD nel tentativo di arginare il ritorno delle destre al governo, nonché la cinica strategia del PD – concretizzatasi specialmente nelle ultime settimane della campagna elettorale - volta a svuotare il bacino elettorale della sinistra strumentalizzando la possibilità, di fatto inesistente dopo la rottura dello schieramento democratico alternativo alla destra, di bloccare il ritorno al governo di Berlusconi; 7) l’incapacità della sinistra di contrastare il forte vento dell’”antipolitica”, alimentato nel paese dalla stampa e da alcuni opinionisti, rivalutando il valore del fare politica e della rappresentanza, non criticando soltanto ingenuamente il costo della sola politica, ma il costo complessivo della società, aziende comprese, i cui sperperi vanno ad incidere sui prezzi dei beni di consumo e sugli stipendi dei lavoratori; 8) le riserve mentali di alcuni componenti della Sinistra l’Arcobaleno che nulla hanno fatto per far percepire che si trattava di un’opzione strategica ma, anzi, hanno evidenziato a più riprese la natura di cartello elettorale della Sinistra l’Arcobaleno, alimentando divisioni e facendo disperdere il voto, da una parte verso il PD e dall’altra verso i partiti della falce e martello o nell’astensione. Per queste ragioni, oggi occorre un rinnovato impegno che parta dal basso. Un impegno costante di tutti i militanti e di chi crede nel progetto della sinistra, per riportare i valori, le idee e il progetto della sinistra ad essere condiviso dalla società e da tanti cittadini che oggi ci hanno abbandonato. Occorre saper affrontare le sfide del nuovo millennio e dare soluzioni ai bisogni reali dei ceti popolari, rielaborando un progetto politico credibile, forte e condiviso, nella convinzione che è ancora possibile per la politica trasformare la società. La sinistra che vogliamo deve essere ricostruita facendo tesoro di questa sconfitta. Le divisioni non hanno mai portato a niente. La storia ci insegna che esse hanno portato soltanto alla sconfitta. Dobbiamo superare gli steccati e gli arroccamenti identitari. Ripartiamo dal milione e centomila voti che gli elettori ci hanno dato. FACCIAMO SUBITO L’UNITÀ DELLA SINISTRA! Noi uomini e donne di sinistra, militanti dei vari partiti e cittadini di sinistra - di quella sinistra larga e diffusa e plurale che esiste nel paese - condividiamo quanto espresso sulla necessità di stare insieme e sulle ragioni della sconfitta non attribuibili al progetto unitario in sé, e sottoscriviamo questo appello per l’Unità della Sinistra. Ci facciamo promotori del progetto per una sinistra unitaria, larga e plurale che parta daURALE DELLA SINISTRA che prosegua lungo la strada intrapresa dall’esperienza politica della Sinistra l’Arcobaleno, condividendone in massima parte il progetto ed il programma politico, e che sappia meglio coinvolgere tutti i soggetti interessati all’unità della sinistra. Seguono firme…..
Sincerely,