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Roma, raid fascista durante concerto,tre feriti, un carabiniere contuso

ROMA - Tre ragazzi feriti, due auto dei carabinieri danneggiate, un militare contuso. Questo il bilancio della notte di paura vissuta al termine di un concerto della Banda Bassotti nel parco di Villa Ada, a Roma. Una spedizione punitiva, compiuta da militanti - circa 150, raccontano i testimoni - del movimento di estrema destra "Forza Nuova", che si sono presentati in colonna gridando "Duce! Duce!", con i volti coperti da caschi, armati di bastoni, catene e coltelli. A farne le spese sono stati tre ragazzi. Fra questi, uno è stato colpito da un'arma da taglio, l'altro ferito al capo. Numerose le persone sotto shock: nel parco c'erano anche famiglie con bambini. La Banda Bassotti, storica formazione del "combat rock" romano, è nota per l'impegno sociale e la militanza politica di sinistra. A raccontare la dinamica dell'accaduto, a Repubblica Tv, è Luca Bracci, direttore artistico di "Roma incontra il mondo", manifestazione dell'Estate Romana nell'ambito della quale si è esibita la Banda Bassotti. "Il concerto era finito, quattrocento persone se n'erano già andate, quando mi hanno chiamato i membri della band, che stavano salendo in macchina su via Salaria. Mi hanno detto che stava arrivando una colonna di fascisti, alcuni con il coltello in mano". "Ci siamo sbrigati, siamo riusciti appena in tempo a chiudere il cancello interno - spiega Bracci - ma quelli, arrivati all'ingresso, hanno cominciato a lanciare petardi e bombe carta, inneggiando al Duce e gridando slogan fascisti. All'interno si è creato il panico, l'area non è grande, c'erano ancora circa mille persone".
Poi, i fascisti si sono allontanati, i cancelli sono stati riaperti e qualcuno ha iniziato a uscire. A quel punto gli aggressori sono passati all'attacco, che è andato avanti per almeno mezzora. I carabinieri sono intervenuti immediatamente ma hanno faticato per riportare la calma. "Erano agguerriti, è chiaro - spiega ancora Bracci - che si è trattato di un'aggressione organizzata, in una zona dove sono presenti numerosi covi di estrema destra: già in passato sono comparse scritte antisemite sui negozi di Viale Libia e Viale Somalia". La manifestazione "Roma incontra il mondo" è iniziata da dieci giorni, "e già tre volte - racconta l'organizzatore - erano state gravemente danneggiate le macchine degli spettatori, vetri rotti, gomme bucate. tant'è vero che proprio ieri sera erano venuti due ispettori della polizia per cercare di capire come mettere riparo alla situazione. Poi, visto che era tutto tranquillo, verso mezzanotte se n'erano andati". Scopa, il chitarrista della Banda Bassotti, è convinto che l'obiettivo fosse proprio la band: "Sapevamo di venire in una zona un po' a rischio, per questo siamo usciti velocemente. Gli aggressori cercavano noi, speciificamente. Perché con la nostra musica teniamo alta la cultura antifascista", ha detto ai microfoni di BBS Popolare Network. Quanto accaduto è di "incredibile gravità", ha detto il sindaco di Roma, Walter Veltroni: "Gruppi di teppisti armati di spranghe e bombe-carta, nascosti nell'ombra all'uscita e al grido di 'Viva il Duce' hanno premeditatamente aggredito ragazze e ragazzi. Fatti del genere non debbono accadere in questa città. Va evitato in ogni modo che chiunque accenda spirali di violenza". Veltroni si augura che "le forze dell'ordine riescano a individuare i colpevoli dell'aggressione e ad assicurarli immediatamente alla giustizia, e che "da parte di tutte le forze politiche giunga subito una nettissima e inequivocabile condanna verso queste forme di delinquenza e violenza". Si è trattato infatti, aggiunge, di "un episodio gravissimo. Sono andati lì per fare molto male. Ho chiesto che chi è stato responsabile sia assicurato alla giustizia: quello che è successo è quanto di più lontano allo spirito di questa città". "Ferma condanna" dal presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, che sottolinea "il dovere di isolare chi vuole riportare a un passato che i romani hanno superato da anni". Di "sconcerto" parla il presidente della federazione romana di Alleanza nazionale, Gianni Alemanno: "Un fatto preoccupante, che rischia di rinnescare una spirale di violenza tra i giovani. Dobbiamo fare il possibile per evitare che questi episodi delinquenziali assumano valenza politica".

repubblica on-line

Meno male che Silvio c'è ?

Eccovi una parodia dell'Inno del Pdl durante le elezioni.Molto divertente.



Antonio Di Gilio

Nuovo Piano Alitalia?Una grossa fregatura

Noi, la storia dell’orgoglio nazionale di avere una compagnia di bandiera, la barzelletta che non potevamo cedere ad Air France la nostra storica Alitalia per una questione di dignità e di affezione al tricolore, che non potevamo “svendere” la nostra tradizione, non ce la siamo mai bevuta.Anche perché tra chi perorava la causa mercantile (ovvio) di non accettare l’offerta francese che avrebbe penalizzato la Malpensa, c’erano quegli esponenti politici che del tricolore e delle tradizioni italiane non perdono occasione per dimostrare il proprio disprezzo(Lega).Per noi il carrozzone Alitalia aveva succhiato fin troppi miliardi allo Stato: ultimamente perdeva 1 milione di euro al giorno, ma per anni gli stipendi dei manager erano milionari e quelli dei dipendenti il doppio di un normale impiegato privato. Una vergogna tutta italica di assunzioni clientelari, di raccomandati, di liquidazioni miliardarie, di rivendicazioni sindacali continue. Un’azienda privata sarebbe fallita da anni e l’amministratore sarebbe finito in galera per bancarotta. Invece, grazie ad iniezioni robuste di contributi statali ( l’ultima del Governo Berlusconi di 300 milioni di euro), il malato terminale è stato tenuto in vita in coma artificiale.Ora siamo arrivati alla “soluzione finale”: cerchiamo di esaminarla con obiettività.In pratica si è fatto “uno spezzatino”, dividendo la parte sana e redditizia del gruppo e la bad company, quella che produce solo debiti. Da un lato la new.co, la nuova società costituita per rilevare il marchio e l’attività della Compagnia di bandiera, con 16 imprenditori italiani coinvolti, dall’altro il Piano fenice, predisposto dall’advisor Intesa San Paolo che, attraverso un commissario straordinario, gestirà gli asset restanti della vecchia compagnia e i connessi guai e debiti.Prima parte: I sedici imprenditori ( tra cui Benetton, Colaninno, Ligresti, Mercegaglia, Caltagirone) finanziano la nuova società di nome Compagnia aerea italiana con un miliardo di euro e la nuova flotta ( ex Alitalia-Air-One) conterà su 150 aerei. Tengono solo i dipendenti strettamente necessari, rifanno i contratti ridotti e arrivano a avere un monopolio sulla rotta Roma-Milano.Tagliati tutti i rami secchi ( 7.000 dipendenti a spasso), si garantiscono una società “pulita e sana”. Si vocifera o maligna una società ideale da vendere tra un anno a una compagnia internazionale ( Lufthansa o Air France). Insomma un affare in prospettiva per i 16 benefattori.Seconda parte: la quota non produttiva viene “liquidata”, gli esuberi previsti sono 7.000 ( contro i 2.120 del tanto vituperato piano Air France di primavera, respinto dal Governo). Che fine faranno questi 7.000 dipendenti? “Non lasceremo nessuno in mezzo a una strada” ha subito precisato Matteoli. Tradotto dal politichese vuol dire “ammortizzatori sociali, cassa integrazione per sette anni, passaggio ad altri enti pubblici”.E qui siamo alla farsa: pagheranno i contribuenti italiani in pratica. Non solo: il progetto è di girarne molti alle Poste Italiane. Ma come, abbiamo cacciato i precari pochi giorni fa, impedendogli di fare un legittimo ricorso, proprio perché altrimenti “le Poste salterebbero in aria come bilancio” e ora assumiamo qualche migliaio di ex piloti, hostess, meccanici, impiegati? Già sul piede di guerra i sindacati delle Poste che non vogliono riciclati imposti dall’alto.Gli altri problemi: Il titolo Alitalia è sospeso dal 3 giugno e già vale poco e nulla. Andando verso l’amministrazione straordinaria, i titolari di azioni si ritroveranno in mano un pezzo di carta, con valore azzerato, come in tutte le società in fase di smantellamento e già minacciano ricorsi e class action. Come verranno risarciti? Per ora solo a parole.Altro problema: la scissione che darà vita alla bad company potrebbe essere considerata dall’Unione Europea come aiuto di Stato e incorrere nella sanzione di Bruxelles. E già siamo “inquisiti” per il prestito ponte di 300 milioni di euro pre-estivo.Altro problema ancora: la legge istitutiva dell’Antitrust vieta le concentrazioni che restringono la concorrenza o che rafforzano le posizioni dominanti: l’unione Alitalia-AirOne sulla redditizia rotta Roma Fiumicino-Milano Linate rientra in questa fattispecie.Per evitare una sentenza contraria, l’obiettivo del Governo, su cui sta lavorando, sarebbe di ridimensionare il ruolo dell’Autorità e sarebbe la prima volta in Italia.Per evitare una condanna, insomma, si ridimensiona il potere del giudice…Ora ci chiediamo se valeva la pena esporsi a questa figura e a questi rischi per non scontentare gli interessi di qualcuno ( capitalisti del Nord e Bossi). Qualcuno che alla fine ci guadagnerà pure, ne siamo certi ( i soliti noti), ma a saldare il conto sarà, come al solito, la maggioranza degli Italiani che pagherà debiti e stipendi altrui.Se questa è una “grande e lungimirante operazione” per mantenere il tricolore sulle alette, lasciamo giudicare voi.

da http://rfuccile.altervista.org/?p=509

SONDAGGIO - GERMANIA: LINKE VOLA E ARRIVA SOLI 5 PUNTI SOTTO SPD


La 'Linke' di Oskar Lafontaine vola nei sondaggi e raggiunge il record storico del 15 per cento, solo 5 punti in meno rispetto ai socialdemocratici della Spd.
I rilevamenti dell'istituto demoscopico 'Forsa' per il settimanale 'Stern' registrano infatti la crescita di un ulteriore punto percentuale da parte della Linke, mentre la Spd continua a rimanere ferma al suo minimo storico del 20 per cento: 17 punti sotto la Cdu di Angela Merkel, con i liberali e i Verdi che perdono entrambi l'1 per cento, scendendo rispettivamente al 12 e al 10 per cento.
A dirsi allarmato per le cattive previsioni sul suo partito e' l'ex borgomastro socialdemocratico di Amburgo, Hans-Ulrich Klose, il quale vede nero per le elezioni alla Cancelleria dell'autunno 2009. "Penso che prenderemo una severa batosta", ha dichiarato al quotidiano 'Saechsischen Zeitung' lo stesso Klose, secondo il quale per fare fronte alla sfida lanciata da sinistra da Oskar Lafontaine alla Spd "mancano sia le personalita' sia la pacatezza" necessaria.
Sebastian Turner, uno dei massimi esperti mediatici tedeschi, in un'intervista pubblicata oggi dal settimanale progressista 'Die Zeit' afferma che un'eventuale candidatura come sfidante di Angela Merkel dell'attuale ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, al posto del presidente del partito, Kurt Beck, potrebbe rendere "ancora piu' problematico" un successo elettorale socialdemocratico. "La sera del voto Steinmeier potrebbe ritrovarsi con ancora meno voti di Beck", spiega lo specialista, "poiche', rispetto ai consensi che guadagnerebbe al centro, ne perderebbe il doppio a sinistra".
Un test decisivo per il piu' antico partito di Germania si avra' il 28 settembre prossimo nelle elezioni regionali in Baviera, dove l'Unione Cristiano-Sociale del governatore Guenther Beckstein rischia di perdere la maggioranza assoluta. Ad approfittarne non sarebbe pero' la Spd ma i 'Freie Waehler', una lista indipendente di destra. Le stime attuali vedono la Spd bavarese intorno al 20 per cento, percentuale analoga a quella ottenuta cinque anni fa, mentre la sorpresa piu' clamorosa potrebbe venire ancora una volta dalla Linke di Lafontaine, attualmente al 4 per cento ma in grado forse di superare la soglia di sbarramento del 5. Beckstein ha gia' dichiarato di voler impostare la campagna del suo partito come "una crociata" per sbarrare la strada all'ingresso nel Parlamento di Monaco della Linke, mentre ha pronosticato che i socialdemocratici otterranno "al massimo il 15 per cento". (Agi)

Adelfia rap-Montrone City

Antonio Di Gilio

Sono un eroe (storia di Luigi delle Bicocche)-operaio

Chi dice che gli eroi sono solo quelli nei libri di storia o nei gionali?Eccovi il video e testo della canzone di Caparezza "Sono un eroe".

[STR 1]
Piacere / Luigi delle Bicocche Sotto il sole faccio il Muratore e mi spacco le nocche da giovane il mio mito era l’attore Dennis Hopper che in Easy Rider girava il mondo a bordo di un Chopper invece io passo la notte in un Bar Karaoke se vuoi mi trovi lì / tentato dal videopoker ma il conto langue e quella macchina vuole il mio Sangue un soggetto perfetto per Brahm Stoker

TU che ne sai della vita degli Operai io stringo sulle spese / Goodbye Macellai non ho salvadanai da Sceicco del Dubhai mi verrebbe da devolvere l’otto per mille a Snai io sono il pane per gli usurai ma li respingo non faccio l’Al Pacino / non mi faccio di Pachinko non gratto / non vinco / non trinco / nelle sale Bingo man mano mi convinco
[RIT]
che io sono un Eroe perchè lotto tutte le ore sono un Eroe perchè combatto per la pensione sono un Eroe perchè proteggo i miei cari / dalle mani dei Sicari / dei cravattari sono un Eroe perchè sopravvivo al mestiere sono un Eroe straordinario tutte le sere sono un Eroe E te lo faccio vedere ti mostrerò cosa so fare col mio superpotere
[STR 2]
Stipendio dimezzato / o vengo licenziato a qualunque età io sono già fuori mercato fossi un ex SS novantatreenne / lavorerei nello studio del mio avvocato invece torno a casa distrutto la sera bocca impastata come calcestruzzo in una betonieraio io sono al verde / vado in bianco / ed il mio conto è in Rosso quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera ?

SU vai / a vedere nella galera / quanti precari / sono passati ai mal’affari quando t’affami / ti fai / nemici varis e non ti chiami Savoia scorda i Domiciliari finisci nelle mani di strozzini / ti cibi di ciò che trovi se ti ostini a frugare i cestinine l’Uomo ragno ne Rocky ne Rambo ne affini farebbero ciò che faccio per i miei Bambini
[RIT]
[STR 3]
Per far denaro ci sono più modi / potrei darmi alle frodie fottermi i soldi dei morti come un banchiere a Lodi c’è chi ha mollato il Conservatorio per Montecitorio lì i pianisti sono più pagati di Adrien Brody io vado avanti e mi si offusca la mente sto per impazzire come dentro un Call Center vivo nella camera 237 / ma non farò la mia famiglia a fette perchè sono un Eroe
[RIT]

Antonio Di Gilio

Operazione trasparenza anche ad Adelfia

Il ministro della funzione pubblica Brunetta ha dato avvio alla così detta operazione trasparenza.A tal fine sono stati pubblicati i dati sugli incarichi affidati a consulenti e collaboratori esterni relativamente alla dichiarazione all'Anagrafe delle Prestazioni effettuata dalle amministrazioni pubbliche ai sensi dell'art. 53 del DLgs. 165/2001 per l'anno 2006.
I dati si riferiscono agli incarichi conferiti nell'anno 2006 comunicati all'Anagrafe dalle Amministrazioni Pubbliche e presenti nella banca dati informatica alla data del 30 novembre 2007.
Sono pubblicati separatamente anche gli elenchi con i dati, sempre relativi al 2006, aggiornati alla data del 30 giugno 2008 con le successive modifiche e intergrazioni effettuate dalle amministrazioni.
Al fine di rendere più semplice la ricerca al sito

http://www.innovazionepa.gov.it/ministro/incarichi/inadempienti.htm

è stato pubblicato l'elenco degli enti che non hanno comunicato le consulenze esterne.Nel sito si specifica che la mancata comunicazione può essere dovuta a non conferimento di incarichi di consulenza o collaborazione, ad omessa dichiarazione o alla trasmissione dei dati con modalità non conformi alla circolare n.198 del 31 maggio 2001. La circolare prevede come modalità esclusiva di trasmissione quella telematica al fine di uniformare i dati.
In ogni caso il comma 15 dell'art. 53 del Dlgs 165/01 prevede: "Le amministrazioni che omettono gli adempimenti di cui ai commi da 11 a 14 non possono conferire nuovi incarichi fino a quando non adempiono."
Nell'elenco che potete scaricare anche qui compare il comune di Adelfia.Come lo stesso sito sottolinea le cause possono essere due:mancato conferimento di consulenza o mancata comunicazione.Tengo a precisare che ad esempio il comune di Acquaviva delle Fonti ha segnalato una semplice consulenza per un contenzioso tributario del valore complessivo in due anni di 14.688 euro.

Antonio Di Gilio

L'Irpef andrà alle Regioni. Allo Stato una nuova Ires

di Eugenio Bruno(sole 24 on line)

Altro che Irap o futuro paniere di tasse e imposte. Come Roberto Calderoli aveva annunciato nel presentare la sua prima "bozza". Per finanziare le funzioni fondamentali che le Regioni si troveranno a gestire con il federalismo fiscale le risorse potrebbero arrivare addirittura dall'Irpef. È l'ipotesi a cui il Governo sta lavorando e che, se messa in pratica, comporterebbe una vera e propria rivoluzione nell'assetto fiscale italiano. Con oltre un terzo del gettito complessivo che dal centro si sposterebbe in periferia.Per ora è solo un'idea. Che il ministro per la Semplificazione, interpellato dal «Sole-24 Ore», non conferma. Limitandosi a ricordare qual è il principio di fondo del nuovo fisco federale: «Avere un'unica tassazione per ogni livello di Governo, Stato compreso, collegata ai servizi. Più una serie di tributi accessori come meccanismo di controllo». Di più l'esponente del Carroccio non dice.Ma forse quell'accenno ai servizi non è casuale. Una volta devolute istruzione e assistenza, oltre alla sanità che già oggi è decentrata, le Regioni si troverebbero a erogare la fetta principale di servizi alla persona. E, dunque, quale migliore fonte di finanziamento dell'imposta sul reddito delle persone fisiche? Una soluzione che potrebbe trovare d'accordo anche i governatori. Specie quelli settentrionali. Nella proposta di legge lombarda, a cui il Pdl ha fatto più volte cenno in campagna elettorale, l'ipotesi era di lasciare sul territorio il 15% dell'imponibile Irpef (oltre all'80% del gettito Iva). E anche ieri, su questo giornale, il presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso ha indicato come unica soluzione possibile il mix di Irpef e Iva.C'è poi una ragione prettamente contabile. Con i suoi 153 miliardi di euro di gettito su 417 di entrate erariali complessive nel 2007, l'Irpef si presenta come l'unica voce capace di finanziare i livelli di spesa raggiunti in questi anni dalle Regioni. Si pensi che solo la sanità è arrivata a costare 110 miliardi di euro. Anche se l'obiettivo dichiarato del federalismo fiscale è che, una volta introdotti i costi standard al posto della spesa storica anche le uscite regionali comincino a tendere verso il basso.Decentrare l'Irpef non è un intervento di poco conto. Ribaltando il punto di vista e guardando l'intera vicenda dalla parte dello Stato, resterebbe da fare fronte a una diminuzione di gettito di tutto rispetto. Non tanto per provvedere alla spesa corrente (che dovrebbe a rigore di logica ridursi), quanto per gli strumenti con cui intervenire sullo stock di debito pubblico accumulato e da riportare sotto il 100% entro il 2011.Nella risistemazione ipotizzata, all'erario resterebbe l'Ires, sebbene calibrata come imposta sulle attività economiche e in grado di assorbire l'Irap. Oltre all'Iva che non può essere toccata senza incorrere nella "tagliola" dell'Ue. Iva che, in una prima fase, potrebbe tornare in gioco anche come aliquota-cuscinetto per le Regioni, per compensare compensare gli attuali squilibri reddituali Nord-Sud. A completare il nuovo assetto ci sarebbe la tassa unica sui servizi immobiliari, per i Comuni, e l'accorpamento del prelievo sulle auto, per le Province. Ma per questi ultimi enti serve un passaggio intermedio: l'individuazione delle funzioni fondamentali da finanziare con il tributo unico. La sede naturale è il Codice delle autonomie, altro collegato alla Finanziaria. Ma Calderoli non si fida e vorrebbe inserire già nella delega sul federalismo l'individuazione delle competenze "base" di Comuni e Province (non delle Città metropolitane che resterebbero nel Codice). Con una carta di riserva: dinanzi all'opposizione degli enti locali, la scelta delle funzioni finirebbe in un provvedimento ad hoc da approvare entro l'anno.

TABELLA / Chi guadagna e chi no con la bozza del Ddl
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2008/08/irpef-regioni-stato-ires.shtml?uuid=74f7bd78-7022-11dd-a1e6-015d01033f80&DocRulesView=Libero#

Redditi adelfiesi,sotto la media nazionale,regionale e provinciale

Il sole 24 ore ha pubblicato gli ultimi dati aggiornati dei redditi medi di ogni comune d'Italia mostrando come era ovvio immaginarsi un forte divario tra Nord e Sud dello stivale. L'analisi è piuttosto dettagliata e mostra gli aumenti percentuali di reddito che vanno dal '99 al 2007 e inserisce le classifiche per provincia.Il sito è il seguente

http://www.ilsole24ore.com/speciali/ricchezza_comuni/comuni_redditi_province_bari.shtml

Dall'analisi risulta che tutti i paesi della cintura barese hanno visto incrementi considerevoli(Adelfia compresa) del reddito medio.A mio dire,contrariamente al sentire comune,questo aumento è dovuto in buona parte dall'ingresso nel contesto comunale di famiglie con redditi superiori a quello dei cittadini autoctoni.Più semplicemente ad un aumento della popolazione "più ricca" è corrisposto un aumento del reddito medio del comune.Questo dovrebbe aver portato un miglioramento delle attività economiche locali a tutto beneficio del sistema generale.Infatti quanto più ci si allontana da Bari tanto più gli incrementi reddituali diminuiscono o addirittura diventano di segno negativo come nel caso di Santeramo (considerate che i dati sono al netto dell'inflazione,quindi parliamo di redditi reali).
Ma veniamo adesso ad Adelfia con i suoi 11.378 euro.Di tutta la cintura peggio di noi fa solo Rutigliano con i suoi 9.150 euro medi netti ma a mio avviso fortemente falsato.Adelfia si piazza a metà della classifica con un reddito tuttavia al di sotto della media provinciale di euro 12.630 ( meno di 1300 euro)e regionale di 11.640 euro.
Con questo post quindi apro un nuovo dibattito sul blog,mostrando aspetti molto più ampi del semplice reddito.C' è davvero una stretta correlazione,aumento popolazione/aumento reddito medio,smentendo così Cellino che parla di ingresso di soli indigenti,o l'aumento è tutto da attribuire al territorio?
E ancora,come mai siamo al di sotto della media di zona?C'è un disegno di sviluppo?

Antonio Di Gilio

Altra gatta da pelare per l'amministrazione,rischio aumento tassa Tarsu

Sulla gazzetta del mezzogiorno on-line è stato pubblicato il seguente articolo dal titolo

Rifiuti, 64 comuni inadempienti (cliccate per leggerlo).

In breve nell'articolo si sottolinea come secondo la Finanziaria, le città avrebbero dovuto differenziare una quota pari al 40% del totale dell’immondizia prodotta, ma il traguardo è stato fallito. Dal 1° gennaio 2009, la Regione praticherà aumenti sull’ecotassa a danno di tutte le realtà locali che non si sono adeguate. A cascata gli aumenti avranno riflessi sulla tassa rifiuti di tutti i cittadini.
In particolare la regione applicherà il commissariamento per quei comuni che non hanno raggiunto nemmeno il 5% di raccolta differenziata.Per tutti gli altri almeno per il momento si tratterà di aumenti considerevoli della TARSU mentre per i più virtuosi si parla addirittura di premi.
E Adelfia in che condizioni si trova?Male,molto male.Secondo gli ultimi dati che il comune ha fatto pervenire su una media di Ato al 14%(già bassa secondo i parametri richiesti),il comune più pulito d' Italia ha differenziato l'8,54%.I dati potete trovarli al seguente sito della regione Puglia

http://www.rifiutiebonifica.puglia.it/ato.php?ato=BA5

Insomma cari concittadini aspettiamoci un forte aumento della TARSU per colpe nostre,ma anche dell'amministrazione che non fa nulla per cambiare queste tendenze eppure le proposte da questo blog non sono mancate

Antonio Di Gilio

Sedicenne tolto alla madre perché milita in Rifondazione

di GIOVANNA CASADIO


Gli dicono che somiglia a Scamarcio, l'attore. A sedici anni, fa piacere. Ma ha promesso che oggi si taglia i capelli arruffati e magari non lo bollano più come comunista. Circolo Tienanmen, tessera dei Giovani comunisti, trovata dal padre, fotocopiata dai servizi sociali, allegata all'ordinanza del Tribunale di Catania, prima sezione civile, per dimostrare nella causa di affido che la madre non sa badare all'educazione del ragazzo il quale ha "la tessera d'iscrizione a un gruppo di estremisti". Quindi, M. P. - che preferisce non essere citato con il suo nome, visto che lui, ragazzo esuberante, lo conoscono un po' tutti a Catania - è stato di fatto accusato di essere comunista rifondarolo, uno che frequenta "luoghi di ritrovo giovanili dove è diffuso l'uso di sostanze alcoliche e psicotrope", dove cioè c'è il sospetto che si bevano birre e si fumino spinelli. Nel giudizio degli assistenti sociali, le cose stanno pure peggio perché i comunisti sono "estremisti, il segretario del circolo è un maggiorenne che pare abbia provveduto a convincere all'iscrizione e all'attivismo altri ragazzi", tra cui l'amico del cuore del sedicenne, anche lui una testa matta che lo trascina nella vita "senza regole". Non è l'unica ragione, ovvio, per far pendere la bilancia della contesa sull'affido dalla parte paterna, ma la militanza comunista è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. M. P. è stato tolto alla madre e ora assegnato al padre, insieme al fratello più piccolo. Tra un uomo e una donna, dopo una travagliata separazione, la resa dei conti si scarica spesso sui figli. Cose che succedono, non dovrebbero. La ragione, si sa, non sta mai da una parte sola. Però a Catania, ora ci si è messa di mezzo la politica. Mai infatti i comunisti, rifondaroli o del Pdci, si erano sentiti citati in un tribunale come pericolosi, estremisti, prova provata e sintomo di devianza giovanile. "Fino a ieri si chiamava militanza, e Rifondazione era il partito del presidente della Camera, Fausto Bertinotti; la sinistra comunista aveva due ministri nel governo Prodi", si sfoga Orazio Licandro, responsabile dell'organizzazione del Pdci. Nel partito di Diliberto hanno suonato l'allarme: comincia così la caccia alle streghe, usando in una storia delicata e complessa di affido familiare lo spauracchio dei comunisti, "è l'anticamera della messa al bando, siamo ormai extraparlamentari e anche pericolosi. Non è fascismo? Poco ci manca". Elencati nel dossier del tribunale infatti ci sono la tessera, con il costo dell'adesione, il faccione di Che Guevara e la fede nella rivoluzione riassunta nella frase "No soy un libertador, los libertadores existen, son los pueblos quienes se liberan".
C'è inoltre la parodia di una canzone dei Finley "Adrenalina", ode alla cocaina, riferimenti che mandano in tilt un padre come una madre. Mamma Agata, medico ospedaliero, è disorientata. Il Tribunale la obbliga intanto a versare 200 euro al mese al marito per il mantenimento dei figli, a lasciare la casa nel comune etneo dove la famiglia risiedeva. Nel più pessimista dei suoi incubi, racconta, si aspettava un affido condiviso. L'Istat calcola che ormai in Italia i figli bipartisan del divorzio stanno crescendo fin quasi a diventare sette su dieci. Dev'essere la storia di un'altra Italia, non cose che capitano qua, da queste parti a Catania, taglia corto Agata. Non è disposta a riconoscere argomenti e legittimità delle richieste paterne, che invece ci sono. E il figlio? "Va al mare e studia, ha avuto tre debiti al penultimo anno del classico - greco, latino e filosofia - d'altra parte come può essere sereno con questa guerra in atto?". Non facile certo, spiegare a M. P. che le difficoltà della vita per alcuni, per lui ad esempio, si sono presentate in anticipo. Capita, ma s'impara prima. Difficile a quanto pare, far comprendere al padre che, come scriveva Freud, l'adolescenza è una malattia grave ma per fortuna si guarisce. L'avvocato della madre Mario Giarrusso assicura che tenterà altri approcci, mediazioni, soluzioni. I comunisti denunciano il clima da "anticamera della messa al bando" che si respira nell'isola. M. ha progetti bellicosi per l'autunno, ma tutti davvero poco preoccupanti: una band con gli amici dove lui vuole suonare il basso e la chitarra, la militanza politica, il teatro grande passione. "Con il suo gruppo ha vinto anche un premio", s'inorgoglisce la dottoressa Agata. Nelle relazioni dei servizi sociali e nell'ordinanza del tribunale le si rimprovera di avere nascosto al marito che il ragazzo ha avuto una "irregolare frequenza scolastica", di avere dato il suo beneplacito a "mancati rientri a casa", oltre a una serie di leggerezze anche verso l'altro fratellino (la figlia più grande è maggiorenne). Ma mai si sarebbe aspettata di trovarsi sotto accusa per le idee del figlio.


repubblica on-line


Torna il sindaco-sceriffo di Adelfia: via i pregiudicati

Il primo cittadino del comune in provincia di Bari, Francesco Nicassio, ritorna all’attacco: martedì aveva ammorbidito l’ordinanza anti-mala, ieri ha detto che applicherà il decreto sicurezza Maroni: «Non concederò la residenza a chi ha la fedina macchiata, vanno via i pregiudicati anche già residenti».

di RUGGERO CRISTALLO

ADELFIA - Scuote la testa e sorride sornione, gli occhi verdi si fanno furbi. Ha annuito, quando dalla Prefettura l’hanno invitato a «limare» alcuni punti della sua ordinanza. Ma lui, Francesco Nicassio (Pdl), sindaco di Adelfia dal 2001, non ha cambiato idea. Ha un asso nella manica. Nel suo Comune non vuole pregiudicati, nullatenenti, prostitute e nomadi. E così, se non può allontanarli con apposita ordinanza, immagina di agire evitando l’ostacolo. Lo comunica nella sala consiliare gremita di assessori e consiglieri di maggioranza e di opposizione: l’invito era a tutto il paese, che non l’ha accolto. «La gente ha paura e non è venuta», mormora un consigliere comunale. Ma Nicassio non è uomo che si perde d’animo. «Altro che retromarcia, non mi conoscete - tuona - io sarò il primo sindaco che applicherà il decreto sicurezza. Non rinuncio ai poteri che la legge mi attribuisce. Mi ha dato ragione anche il professor Aldo Lojodice, intervistato dalla Gazzetta». E così pesca dal faldone di carte i riferimenti normativi ai decreti citati. E promette. «Da qui i pregiudicati se ne devono andare ». Il percorso che immagina Nicassio, allora, prende spunto proprio dal «decreto sicurezza», che attribuisce al sindaco il potere di «sovrintendere alla tenuta dei registri di stato civile», ma anche di «eliminare i gravi pericoli che minacciano la pubblica incolumità e la sicurezza urbana». E per «incolumità pubblica», chiarisce il «decreto Maroni», si intende «l’integrità fisica della popolazione ». Mentre la «sicurezza urbana », è il «bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa delle norme che regolano la vita civile». Al sindaco di Adelfia il doppio decreto piace, non c’è dubbio. E lo interpreta come meglio crede. «Mi hanno bloccato l’ordinanza e va bene. Ma io faccio quel che mi pare». Dunque. «Farò un ordine di servizio - dice - all’accertatore della residenza per verificare chi abita ad Adelfia, quindi, state sicuri che non concederò la residenza a chi ha la fedina penale macchiata». E va via - c’è da dirlo - anche chi la residenza l’ha già ottenuta, se pregiudicato o sospetto di collusioni con la malavita. «Invito i carabinieri, i vigili urbani e i cittadini a segnalarmi le persone sgradite. Poi chiederò al questore che siano allontanati con foglio di via». E se il questore non fosse d’accordo ? Nessun problema. «Il foglio di via lo scrivo io, il decreto me lo consente ». Il tutto, «senza guerre stellari sul territorio, ma per restituire il territorio alla popolazione, eliminando il clima di illegalità che si respira dal 1990 quando alcuni soggetti occuparono immobili e devastarono il Comune». Riferimento evidente al centro sociale «Coppolarossa» che, in serata, risponde a tono. «Non si può più tollerare - è detto in una nota - un sindaco inadeguato a governare il territorio. Non si può più sopportare la vergogna per le figuracce di un sindaco ignorante ed ipocrita». Ma Nicassio «se ne frega». Oggi firmerà l’ordinanza con cui chiude al traffico corso Umberto, centri storici di Montrone e Canneto e via S. Maria della Stella. I consiglieri dell’opposizione non pungono. Anzi: «Siamo d’accordo » , dicono dal Pd. «Anche se - afferma Rosa Gargano, della Rosa del Pugno - non esasperiamo il clima, non conosciamo i codici e le regole interne dei clan». E i piedi diventano di piombo.
gazzetta del mezzogiorno on line

Prostituzione, dopo il blitz la rabbia:"Quella foto è una vergogna"

di Stefania Parmeggiani(da Repubblica on-line)
L'immagine, scattata all'interno del comando della polizia municipale dopo l'ultima retata, scatena l'indignazione dei lettori e delle organizzazioni di volontariato. Carla Corso, leader storica delle prostitute, si scaglia contro i sindaci sceriffi
( per vedere la foto clicca QUI)

Arrabbiata, spaventata e infine esausta. Rannicchiata a terra, mezza nuda, con il corpo sporco di polvere sul pavimento di una cella di sicurezza. La ragazza nigeriana fermata durante l’ultima retata anti-prostituzione e fotografata al comando della polizia municipale di Parma dopo che si era lasciata cadere a terra senza più forze, è diventata, suo malgrado, il simbolo di una nuova “caccia alle streghe”, cominciata con la carta sulla sicurezza e proseguita con le ordinanze (applicate o solo annunciate) dei sindaci-sceriffo.“Che cosa ha fatto di male quella donna per essere messa in una cella?”, si chiede indignato un lettore. La risposta, provocatoria, arriva da Carla Corso, leader storica delle prostitute: “E’ una indesiderata, un’emarginata, una donna che forse è vittima di una tratta e che cerca di vivere o sopravvivere con il proprio corpo. E questo, in una Italia sempre più intollerante, è diventata una colpa”. La lista dei divieti si allunga di giorno in giorno: vietato chiedere l’elemosina, lavare i vetri, rovistare nei cassonetti… “Essere poveri sta diventando un crimine e in questa fascia di nuovi perseguitati i più deboli sono gli immigrati e le donne… Ci sono troppe lucciole che sono schiave e si vendono sui marciapiedi perché minacciate da chi le ha fatte arrivare in Italia”. “Le retate anti-prostituzione – continua – servono solo a fare impazzire le lucciole che scappano da una città all’altra o da un quartiere all’altro in cerca di un clima più tollerante. La ragazza fotografata chiederà mai aiuto a chi l’ha trattenuta in quella cella? Si fiderà mai delle forze dell’ordine? Anche se è vittima della tratta non glielo dirà e se, insieme alle sue colleghe, sarà cacciata in un cono d’ombra ancora maggiore, ad esempio se sarà costretta a prostituirsi in un appartamento, non incontrerà neppure volontari in grado di spiegargli che può entrare in un percorso di protezione. I sindaci-sceriffo stanno cavalcando il tema della prostituzione ottenendo come unico effetto quello di criminalizzare chi avrebbe bisogno di protezione”. “Trovo vergognoso – continua Corso, riferendosi alla foto – quel corpo abbandonato a terra in un comando di polizia municipale. Trovo vergognoso che i nostri poliziotti, carabinieri e vigili urbani controllino gli immigrati senza informarli dei loro diritti e che si scambi la prostituzione per un problema di sicurezza”. Informare chi è vittima senza criminalizzarlo, è questo quanto il sindacato delle prostitute e le organizzazioni che scendono quotidianamente in strada per strappare le lucciole ai marciapiedi vorrebbero. A Parma come a Verona, a Roma come a Milano. Marco Bufo, coordinatore dell’associazione nazionale “On the road”, che dal 1990 si sta occupando di prostituzione e tratta, si dice preoccupato del nuovo clima italiano: “Siamo scettici nei confronti delle ordinanze dei sindaci nati sulla scia della Carta di Parma e delle retate anti-prostituzione. Le forze dell’ordine dovrebbero essere inviate in strada non a fare multe, ma a capire i meccanismi che soggiacciono a certi fenomeni, dovrebbero essere preparati per leggere i segnali, capire se di fronte hanno donne vittime dello sfruttamento o meno. Sarebbe necessario guardare in faccia la realtà e trovare soluzioni pragmatiche, ad esempio zone in cui la prostituzione possa avvenire alla luce del sole, invece di alimentare o cavalcare politicamente la percezione d’insicurezza dei cittadini”. Un lettore che si firma con il nick Zavarollo ha una sua soluzione, ovviamente provocatoria (Nei commenti l'intervento integrale, ndr): “Almeno voi, clienti di Parma, siate onesti. Voi che siete sempre riusciti a eludere, chissà come mai, i controlli della municipale e dei carabinieri, unitevi per aiutare le donne che stuprate. Comprategli un appartamento collettivo. Così almeno il sindaco sarà contento. Sotto il tappeto della malavita la polvere del degrado non si muove. E Parma risplenderà più che mai”.L'assessore alla Sicurezza Costantino Monteverdi, dopo le polemiche, assicura che non c'è stata alcuna violenza: "Tutto si è svolto secondo le procedure". La donna sarebbe stata rinchiusa nella camera di sicurezza, che ha le pareti in gomma, per evitare che si facesse del male. Il mattino è stata rilasciata insieme alle altre donne controllate.

Il sindaco Nicassio espone la sua ricetta anti-violenza...cosa ne pensate?

IL SINDACO/Dal piccolo comune l'annuncio di una singolare ordinanza

"I nullatenenti resteranno fuori e via i pregiudicati da Adelfia"

ADELFIA.I nullatenenti resteranno fuori dal paese e chi ha precedenti penali verràmandato via.Non è il sindaco del Lichteinstein a dirlo o di un comune di un cantone svizzero,ma Francesco Nicassio,sindaco di Adelfia,il quale non usa mezzi termini:"ora basta.Siamo in guerra!E io sono in prima linea".Nelle parole del primo cittadino c'è racchiusa tutta la rabbia di chi ormai è esasperato per una situazione ormai insostenibile.
"Ho già predisposto un'ordinanza che sottopporrò,in queste ore,al prefetto con la quale il Comune di Adelfia,non rilascerà più residenze a coloro i quali la chiedono e dichiarano di non avere reddito.Poi,effettueremo una revisione anagrafica straordinaria per accertarequanti sono i residenti che hanno riportato condanne per reaticontro il patrimonio per poi procedere alla loro cancellazione anagrafica.Subito dopo-aggiunge-procederemo ad effettuareun controllo capillare e minuzioso su tutte le attivitàcommerciali con particolare attenzione agli ambulanti.Non escludo che ci siano diversi esercizi da chiudere.Inoltre-aggiunge il sindaco nel menù di contromisure-disporrò la chiusura al traffico dei due corsi principali,sia quello di Canneto che quello di Montrone che non potranno più essere percorsi in auto.Infine,chiederò al prefetto l'estensione delle unità speciali delle forze armate anche sul territorio di Adelfia".
Questa la linea del sindaco Nicassio dopo i due episodi di recudescenza verificatisi a poche ore di distanza.Poi il primo cittadino lancia accuse e cerca di trovare una spiegazione a questa spasmodica crescita della violenza.E' ormai da diverso tempo,fin dai fatti di sangue della scorsa estate,che denuncio,invano a tutti i livelli,il dilagare della criminalità nel mio comune che prolifera grazie al fatto che avendo come municipalità uno dei servizi sociali più efficienti della provincia,questo attira nel paese intere famiglie di indigenti provenienti dalla zona dell'area metropolitana e da Bari in modo particolare.Adelfia deve smetterla di essere il ricettacolo sociale del capoluogo,Adelfia non è il paese dei "balocchi"o,quantomeno,non lo sarà più!". Poi,però,come un fiume in piena ,lo stesso primo cittadino fa anche un pò di autocritica:"Abbiamo un corpo di polizia municipale che non è in grado di arginare e di assolvere in pieno ai suoi compiti di controllo e di tutela del territorio.In servizio ci sono solo 7 vigili che tra l'altro sono nella parte finale della loro carriera e dai quali non riusciamo a ottenere servizi al passo con le esigenzedella comunità.E' vero abbiamo assunto altri 6 operatori a tempo determinato,con i quali qualche maggior risultato lo si sta vedendo,ma questa non è affatto la soluzione del problema.La gente continuamente,ci pone, come amministratori,il problema della sicurezza e noi abbiamo il dovere morale e civico di dare delle risposte veloci e concrete,altrimenti,Adelfia, diventerà un Far-West dove vivere serenamente sarà solo un lontano e piacevole ricordo.
[Nicola Mangialardi] La gazzetta del mezzogiorno

Antonio Di Gilio

GERMANIA - LAFONTAINE CANDIDATO NELLA SAAR: CAMBIEREMO IL PAESE

sentosessanta delegati della Linke , principale partito della sinistra radicale tedesca, hanno nominato oggi con una maggioranza 'bulgara' del 92,4 per cento Oskar Lafontaine candidato a governatore della Saar, del quale e' originario l'ex ministro delle Finanze.
Le elezioni nel piccolo Land tedesco al confine con la Francia avranno luogo poco prima di quelle per la Cancelleria federale del settembre 2009, anche se la data precisa non e' stata ancora fissata. Tra le frenetiche acclamazioni dei delegati, 'Oskar il Rosso' ha attribuito un "significato nazionale" al voto nella Saar, poiche' in caso di vittoria del suo partito si assistera' a "un cambio di rotta politico".
Il 'Napoleone della Saar' ha invitato i socialdemocratici della Spd a formare una coalizione 'rosso-rossa' con la Linke, ma a condizione che cio' avvenga "alla pari", per cui "chi vince diventa governatore". L'obiettivo della Linke, che alle politiche del 2005 ottenne il 18,5 per cento, e' di ottenere una percentuale superiore al 20 per cento; un recente sondaggio le ha pero' assegnato il 29 per cento, rispetto al 16 per cento della Spd. Anche il governatore cristiano-democratico uscente, Peter Mueller, ha affermato nei giorni scorsi di attendere con ansia la sfida con Lafontaine, considerando ormai fuori gioco il candidato socialdemocratico Heiko Maas, allevato politicamente da 'Oskar il Rosso' negli anni in cui guido' la Saar, fra il 1985 e il 1998.
Il congresso della Linke si e' svolto a Neunkirchen, citta' natale del defunto capo della Ddr, Erich Honecker, accolto nel 1987 nel Municipio cittadino dall'allora governatore Lafontaine, quando l'ex premier tedesco-orientale arrivo' per visitare la casa paterna, in cui viveva la sorella, e la tomba dei genitori. Secondo il quotidiano progressista 'Sueddeutsche Zeitung', Lafontaine "vuole tornare sul suo trono, e le probabilita' che ha di riuscirci non sono scarse". La popolarita' del 'Napoleone della Saar' nella sua regione d'origine rimane altissima, e negli ultimi tempi si e' assistito a una trasmigrazione in massa di iscritti dalla Spd alla Linke. Ai primi di luglio ha fatto sensazione in Germania l'iscrizione alla Linke di 220 dei trecento autisti dell'azienda di trasporti pubblici della capitale, Saarbruecken, gia' affiliati iscritti alla Spd; altrettanto hanno fatto altri esponenti di primo piano della Spd e dei Verdi locali. A riconoscere quanto sia difficile il compito del suo partito di sopravanzare la Linke alle prossime elezioni nella Saar e' stato lo stesso Maas, affermando che "se qui Lafontaine guidasse magari un 'partito degli adepti della Bibbia', riuscirebbe comunque a sfondare di colpo la soglia del 5 per cento". (Agi)

Emergenza sicurezza ad Adelfia,la società civile si mobiliti

Michele Chiapperino, sorvegliato speciale 24enne di Adelfia, è stato ferito in modo grave con alcuni colpi d'arma da fuoco mentre si trovava dinanzi al portone di casa
ADELFIA (BARI) – Un sorvegliato speciale di 24 anni, Michele Chiapperino, di Adelfia, è stato ferito in modo grave con alcuni colpi d’arma da fuoco mentre si trovava dinanzi al portone di casa. L’episodio è accaduto ad Adelfia in via De Cristoforo, all’altezza del numero civico 4, sotto gli occhi della moglie e del figlio che erano appena usciti dall’abitazione. Chiapperino, che ha precedenti penali per reati contro il patrimonio e detenzione di stupefacenti, è ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Di Venere di Bari. Secondo le prime notizie, il giovane è stato raggiunto dai proiettili all’addome e alle gambe. A sparare sembra sia stata una persona che viaggiava a bordo di una moto; sul ferimento indagano i carabinieri.
9/8/2008
da gazzettadelmezzogiorno.it