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Contro la crisi,si nazionalizzi la Banca d'Italia

E' notizia degli ultimi giorni della volontà dei governi europei di nazionalizzare le banche per ridare respiro al credito per famiglie e imprese. Ovviamente questo costringerà i paesi europei a indebitarsi ulteriormente per salvare la causa dell'attuale crisi.
Tuttavia i governi ben si guardano dal nazionalizzare un altro istituto, ossia le varie banche centrali e quindi indirettamente la BCE.
Tutti percepiscono la Banca d'Italia come un ente statale di cui lo stato italiano avrebbe il 100% delle quote.Non è così.La Banca d'Italia è ripartita in quote tra vari istituti bancari e alcuni istituti statali (Inps). In realtà nel 2005 fu promulgata la legge 262 del 28 dicembre che prevedeva il totale trasferimento delle quote appartenenti alle banche private in favore di enti statali o al ministero del tesoro entro il 12 gennaio 2008. Purtroppo la legge non prevedeva ne sanzioni ne pene,e non avendo carattere perentorio,al 19/12/2008( come è possibile constatare nel sito dell'istituto bancario) le quote sono ancora di proprietà degli istituti bancari (Intesa-San Paolo e Unicredit in testa che da sole detengono il 45%).

http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti



Ovviamente la Banca d'Italia produce utili grazie a quello che nel gergo si chiama signoraggio ossia l'insieme dei redditi derivante dall'emissione della moneta. La Banca d'Italia grazie al diritto che ha di battere moneta e alla sua partecipazione alla BCE(che invece emette le banconote) ottiene utili che divide tra i suoi soci.
La crisi è evidentemente sempre per i soliti noti,gli altri se la cavano sempre.

Antonio Di Gilio

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