Negli ultimi anni è innegabile la crisi di credibilità della nostra classe politica. Icone statiste di destra e di sinistra (Berlinguer, Moro, De Gasperi, Togliatti ecc.) appartengono a un passato da molti rimpianto. Da 15 anni a questa parte gli elettori sono chiamati a decidere per il meno peggio ragionando per mali minori. Ma il problema davvero serio è la crisi della politica nel suo senso più platonico. La politica è migrata dalle sezioni (adesso confuse con il politico sopra descritto) e dalle piazze per passare nei talk show, raggiungendo la sua apoteosi all'interno dei reality show (ormai diffido fortemente di ogni bene o prodotto denotato con termine anglosassone). Questioni come lavoro, omosessualità e transessualità, problematiche dei diversamente abili, Alitalia sono portate alla ribalta solo "grazie" ai concorrenti di Isole dei famosi o Grandi Fratelli in salsa tragicomica. Conosciamo le difficoltà di un non vedente attraverso la presenza di un cieco nella casa del Grande Fratello. Scopriamo ad esempio che gli italiani sono molto più aperti sulle questioni dei transgender per aver portato alla vittoria Vladimir Luxuria. Tutto questo è aiutato da un concetto di democrazia diretta di nuova concanzione : il televoto (pago, voto con un sms e decido). Il resto viene poi portato in pasto a "opinionisti" (nuova figura professionale da un paio di anni a questa parte) che urlano e strillano e mettono in ridicolo ogni questione. E' evidente la distorsione della realtà che vede barriere architettoniche invalicabili, immigrati dati alle fiamme per il colore della loro pelle e migliaia di cassaintegrati di Alitalia che non sono solo hostess e piloti. Ma siamo nel 2009 e la politica deve evolversi. Meglio le macchiette da reality del tubo catodico che le persone in carne ed ossa.
La politica adesso si fa nel Grande Fratello
Antonio Di Gilio
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