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Sinistra: da Caporetto al Piave la musica non cambia

La luna di miele di Berlusconi continua inesorabile. Il Pd va verso una clamorosa sconfitta grazie a scelte moderate di Veltroni e la mancanza di carisma dell'attuale Franceschini.
I nodi non sono ancora risolti (sul testamento biologico il partito è ancora spaccato) e manca una linea condivisa. Nemmeno con la Caporetto del 2009 il Pd riesce a stringere i ranghi. Ho l'impressione che nonostante il cambio tra Cadorna e Diaz,anche la linea del Piave sarà sfondata. E' il momento di tirare le somme e comprendere i motivi reali di questa disfatta dell'intera area di Sinistra. Per quanto mi sforzi la risposta che mi tormenta è una: quali risposte diamo alla crisi?Come risolvere i problemi della gente?Insomma quale disegno politico proponiamo? Da ormai un anno ho dovuto solo assistere a guerre intestine all'interno del PD e alle recriminazioni tra i vari partitini di quella sinistra assente dal parlamento. Prima Chianciano,poi la telenovelas Vendola-Ferrero, ora le recriminazioni su chi ha sbagliato in Sardegna. La gente ha capito fin troppo bene che di questa sinistra,incapace anche all'opposizione,può pur fare a meno. E' ora di mettersi intorno a un tavolo, riunire le migliori energie intellettuali che abbiamo da offrire(dagli economisti ai giuristi e non solo i filosofi) e scrivere un disegno politico fattibile che rispecchi il nostro essere di sinistra:alternativi e radicali.
Dobbiamo lanciare l'idea di dirottare l'8 per mille agli ammortizzatori sociali. Lanciare un piano casa fattibile con i soldi che verrano invece sprecati in un'inutile opera come quella del ponte sulla stretto. Parlare seriamente dei tagli della politica a tutti i livelli cominciando già dalle provinciali. Dobbiamo lanciare liste anti-province nei quali gli aderenti ed eventuali eletti dovranno prodigarsi al trasferire le competenze a comuni e regioni e si esimeranno dal ricevere il compenso.
Berlusconi oggi lo batti solo sul piano fattuale e non solo ideale. Solo se presentiamo un progetto concreto abbiamo speranza di battere la politica degli slogan e del far male.
L'Italia sulla falsa riga del ventennio sta perdendo la sinistra ma non con mangnelli e olio di ricino, ma semplicemente per nostro merito

Antonio Di Gilio

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