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Sulla tolleranza

Sul binomio sicurezza-immigrazione si è giocata la partita politica delle ultime elezioni politiche.Le ricette in campo erano sostanzialmente tre.La prima,quella del Pdl,puntava sulla demonizzazione dello straniero e sul diverso mettendo in discussione il sistema integrativo.Sui meccanismi pratici sarebbe tutto da vedere visto che mettere in discussione Shengen comporterebbe rivedere tutto l'istituto Ue.La seconda,quella del Pd,mirava a seguire la stessa strada dell'avversario e ovviamente gli italiani tra l'originale e la copia hanno preferito quella con il copyright.La terza,quella della Sa,mantenendosi fedele alla propria visione ha cercato di non prendere di petto il nodo della questione tolleranza.La tolleranza è un termine sociologico, culturale e religioso relativo alla capacità collettiva ed individuale di vivere pacificamente con coloro che credono ed agiscono in maniera diversa dalla propria.(wikipedia).In pratica è per lo più una parte sociale che si fa carico dell'assimetria socio-culturale nel sistema di convivenza.Insomma è umano che nel lungo termine la situazione diventi insostenibile per quella parte mettendo in discussione lo stesso sistema integrativo.Anzi si ottiene un'ondata xenofoba e razzista che tende a mostrare tutte le debolezze del sistema.Insomma anche sul tema immigrazione alla politica italiana è mancato il buon senso.Ma quale ricetta al problema?La soluzione è sotto gli occhi e si chiama Unione Europea.Ventisette Paesi che autonomamente hanno deciso di perseguire un futuro comune.Per arrivare a questo sono passati ben 50 anni e sono state necessarie negoziazioni continue e un continuo dialogo per raggiungere compromessi.Nessuno deve partire in una situazione di "vantaggio contrattuale".Gli stranieri devono accettare e rispettare la nostra cultura e le nostre leggi senza tuttavia indurci a tollerare l'intollerabile.Posso ad esempio accettare la scelta del nomadismoma non potrò tollerare che vengano calpestati i diritti,sanciti in campo internazionale,sull'infanzia.Da parte nostra,seguendo un famoso motto della rivoluzione americana "no taxation without representation",dovremmo dare voce in ambito locale e non solo agli ormai 2 milioni di stranieri residenti perchè dietro le loro braccia da noi volute(e spesso sfruttate)ci sono dei corpi.
Antonio Di Gilio

1 commento:

Anonimo ha detto...

Impariamo dai negri stessi come si fanno politiche d'immigrazione, guardiamo il sudafrica, dove negri accolgono altri negri a colpi di machete. E qualcuno dà del razzista a noi. Che facce !