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Quando l'informazione fa i conti con lo share...che schifo

I giorni della tragedia in Abruzzo hanno evidenziato le migliori qualità del popolo italiano.La capacità di mobilitarsi immediatmente e nei modi più diversi, la dignità di fronte alla morte, la voglia di ripartire e il senso di unità nazionale nel momento del dramma. Tutto ciò mi rendono orgoglioso di far parte di questo grande Paese. Tuttavia da questi giorni di orrore e di onore mi hanno letteralmente disgustato il modo di fare dei giornalisti televisivi.
Quale è il limite all'informazione e quale alla ricerca del particolare macabro? A cosa serve la ricerca del caso umano nella tragedia umana al fine dell'informazione? Cosa da di più allo spettatore la domanda "Cosa fa qui?" a quel padre di famiglia che dorme nell'auto perchè evidentemente ha perso la sua casa? Quale piacere recondito soddisfa la domanda "Come si sente?" a quella ragazza che ha saputo di aver perso il proprio fratello sotto quella maledetta casa dello studente?
Ma l'Oscar per la pornografia dell'informazione televisiva spetta alla redazione del TG1.Come quei maiali malati che vagano per i supermercati coperti da un semplice impermeabile per mostrare il loro SHARE a donne sprovvedute,così il giorno dopo del terremoto una sorridente giornalista snocciolava i record di ascolti durante le varie edizioni post terremoto.VERGOGNA.
Per fortuna a dare lezione di professionalità e di rispetto per le tragedie c'è il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Egli, infatti, assediato da fotografi e cameramen manda letteralmente al diavolo i giornalisti in quanto lui è li "non per farsi quattro foto ma per rendere vicina la sua persona e le istituzioni ai sopravvissuti". Queste sono le differenza di stile e molta gente dovrebbe farne tesoro.

Antonio Di Gilio

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